lunedì 21 dicembre 2020

Serie “Hearts and Health” di DJ Jamison (Volumi 1-2)

TITOLO: Heart Trouble; Bedside Manner 
SERIE: Hearts and Health #1 #2 
AUTORE: DJ Jamison 
CASA EDITRICE: Triskell Edizioni 
GENERE: Contemporaneo 
TRADUTTORE: Karin Arreghini; Roberto Pantalone 
Ashe è un'immaginaria cittadina del Kansas, di piccole dimensioni e poco caotica, ma non priva di una certa vivacità. Intorno al suo ospedale si svolgono le vicende dei protagonisti di “Hearts and Health”, una serie di otto libri scritti dall'autrice americana DJ Jamison, che hanno il merito di combinare vicende sentimentali, uno stile frizzante, una vivace sensualità e tematiche di un certo rilievo. 
*** 
“Heart Trouble”, il primo volume, ci proietta immediatamente nella movimentata vita del pronto soccorso di Ashe, in uno scenario da commedia brillante. 
Ben Griggs, affascinante infermiere, si sta ancora riprendendo dalla sua recente rottura con un fidanzato motociclista poco incline a impegnarsi ed è restio a intraprendere una nuova relazione, soprattutto con un uomo amante del brivido che potrebbe ben presto stancarsi di lui. Ma quando i suoi occhi si posano su un suo paziente, il professore di giornalismo appena ricoverato per un incidente in moto, i suoi meccanismi di autodifesa iniziano lentamente a incrinarsi. Nonostante l’immediata attrazione, Ben prova a opporre resistenza in quanto l’ultima cosa che desidera è ritrovarsi coinvolto con un ragazzo spericolato. 
Gage Evans ama insegnare giornalismo nel piccolo campus di Ashe, con interessanti lezioni che includono aspetti teorici e pratici in grado di coinvolgere ed entusiasmare i suoi studenti. Decide, per questo, di dare vita a una rubrica dedicata a tutte le cose che avrebbe sempre voluto provare a realizzare, attività da svolgere in prima persona per poterle poi descrivere in vari articoli della rubrica e portarle ai suoi studenti come esempio di giornalismo. Quando una di queste attività, un viaggio in moto, finisce in un incidente con diverse escoriazioni e una corsa al pronto soccorso, Gage realizza che il motociclismo non fa per lui. Nonostante ciò, l’esperienza non si rivela del tutto negativa nel momento in cui conosce l’infermiere Ben che gli presta le prime cure e da cui si sente subito attratto. Nonostante le iniziali resistenze di Ben, Gage non si arrende e cerca di convincerlo a uscire con lui. 
Ho trovato davvero deliziosa e originale l’evoluzione della storia tra i due protagonisti, le resistenze di Ben che diventano sempre più fragili man mano che comprende quanto piacevole sia la compagnia del bel professore, la caparbietà di Gage, con il suo tentativo di coinvolgere l’infermiere nelle attività contemplate dalla sua rubrica, che diventano scuse per interessanti appuntamenti, e di fargli capire che non è uno spericolato, ma è disposto a fare sul serio con lui. 
Ben è un personaggio con una caratterizzazione sopra le righe, volutamente esagerato nelle sue reazioni, bloccato dalla paura di un’ennesima delusione amorosa che potrebbe spezzargli il cuore e che rischia di fargli perdere un uomo come Gage, sempre più innamorato di lui. Eppure nonostante tali paure, il suo cuore inizia pian piano a prendere una direzione diversa: «L'impulso di allontanarsi e porre una distanza fra loro era lì, ma Ben lo accantonò. Per una volta voleva provare la sensazione di essere il tesoro di un altro uomo. Anche se era temporaneo. Anche se era così fragile da infrangersi più tardi. Avrebbe avuto quel ricordo, la consapevolezza che poteva succedere». 
Gage è, invece, un personaggio più pacato, si rivela dolce, paziente, affabile, sarebbe disposto a tutto pur di conquistare Ben che lo ha colpito fin da subito per la gentilezza che mostra nei confronti dei suoi pazienti e di tutte le persone a cui tiene. La sua missione nell’arco di tutta la narrazione è comprendere i complessi e spesso contraddittori meccanismi della mente di Ben e adeguare di conseguenza i suoi comportamenti. 
Con una scrittura frizzante e condita da una buona dose di sensualità e ironia, l’autrice ci fa sorridere ed emozionare, ci mostra l’evoluzione dei sentimenti dei due uomini alle prese con attività dagli esiti spesso esilaranti, ma che contribuiscono a rafforzare il loro legame, ci spiega i motivi che si celano dietro le reazioni dei due protagonisti: il desiderio di Gage di riscattare un’infanzia difficile, la paura di Ben, figlio amato e fortemente voluto dai suoi genitori, di sentirsi fragile di fronte alle delusioni amorose. 
Un ruolo fondamentale è attribuito ai personaggi secondari, molto ben caratterizzati: Chloe, la miglior amica di Gage, esuberante e bizzarra attrice di teatro, sempre pronta a dispensare buoni consigli e prese in giro; la madre di Ben, con cui l’infermiere ha un forte legame, di grande sostegno per il figlio nelle sue vicissitudini sentimentali; lo studente Zane che con i suoi problemi trova un grande supporto nel suo professore Gage. 
“Heart Trouble” è, dunque, un romanzo adorabile, una difficile ricerca di equilibrio tra sentimenti sempre più forti e una fiducia reciproca: «Perché ti amo. E non potevo andarmene, nonostante ciò che ho detto. Aspetterò che ti fidi di me. Non devi provarmi niente. Ma ti prometto che d'ora in poi io mi fiderò di te. Se è ancora quello che vuoi». 
*** 
“Bedside Manner” è il rapporto tra medico e paziente ed è il tema centrale, oltre che il titolo, del secondo volume di questa serie. 
Zane Kavanaugh è stato un personaggio importante nel primo volume: studente intelligente, sfrontato e malizioso, era stata una pedina essenziale nell’evoluzione della relazione tra Ben e Gage. I due uomini, a loro volta, lo avevano aiutato ad affrontare i suoi difficili problemi familiari: rifiutato dal padre, picchiato selvaggiamente dal patrigno, deluso dall’atteggiamento indifferente della madre, tutto per essersi dichiarato omosessuale. 
“Bedside Manner” è, dunque, la storia di questo ventenne deluso e arrabbiato, appena dimesso dall’ospedale dopo essere stato ricoverato a seguito del pestaggio del patrigno. Le ferite esterne sono in via di guarigione, ma quelle interne faticano a cicatrizzarsi, soprattutto per il dolore di aver visto tutta la sua famiglia voltargli le spalle. 
Zane può sempre contare sull’aiuto dei suoi amici Ben e Gage, che lo sommergono di affetto (a volte anche eccessivo) e somigliano sempre di più a due figure genitoriali. Il romanzo prende, infatti, avvio con i due uomini che accompagnano il ragazzo a casa del padre per poter recuperare mobili ed effetti personali e trasferirsi a casa del suo miglior amico Xavier. La relazione con i genitori è ormai compromessa sebbene il padre stia cercando in tutti i modi di recuperare un dialogo con il figlio. A Zane non rimane, dunque, che cercare di andare avanti. 
Il dott. Paul Johnston ha sempre represso la propria omosessualità per timore delle reazioni dei propri parenti bigotti, si è sposato con una donna realizzando un matrimonio infelice, a trentanove anni ha finalmente compreso di aver sprecato parte della propria vita e ha deciso di divorziare facendo coming out: «Andò fino al camino di proposito, con la rabbia che sobbolliva dentro di lui per aver ridotto la sua vita in quello stato. Per aver tenuto nascosta la sua omosessualità e aver perso, a un certo punto della sua vita, ben più della sua identità sessuale. Aveva sovvertito i propri sentimenti, le speranze e i sogni a favore di un'apparenza pacata, quella di un dottore sposato con una moglie carina, ma superficiale» 
Il ritrovato entusiasmo nei confronti della propria sessualità lo induce a tenere comportamenti sul luogo di lavoro considerati da qualcuno inopportuni, sebbene del tutto innocui, e questo inizia a procurargli qualche problema. Ma quando i suoi occhi incrociano lo sguardo profondo e triste di Zane, appena ricoverato al pronto soccorso, non riesce più a togliersi dalla testa quel bellissimo ragazzo. 
Zane e Paul si incontrano nuovamente durante il trasloco a casa di Xavier e il ragazzo con la consueta sfrontatezza gli dà il suo numero di telefono dando vita a un rapporto di amicizia fatto di scambi di messaggi e confidenze. Paul vorrebbe evitare di intraprendere una relazione con un ex paziente, soprattutto in un momento in cui è in corso un’indagine su una sua eventuale condotta lavorativa inappropriata che lo ha portato a un periodo di congedo retribuito, ma gli risulta sempre più difficile stare lontano da Zane e mantenere il loro rapporto su un piano puramente platonico, considerata l’attrazione reciproca sempre più forte. 
Questo secondo volume è sicuramente più intenso, introspettivo e sofferto rispetto al primo: Paul e Zane sono due protagonisti con una situazione difficile che condiziona i loro comportamenti e rende difficile poter essere felici insieme. Eppure il loro rapporto diventa sempre più intenso proprio perché ciascuno dei due riesce a trovare nell’altro un porto sicuro, in cui può sentirsi speciale e amato e non più rifiutato e disprezzato per la propria natura. 
Paul riesce finalmente ad abbattere quel muro di solitudine interiore che si era costruito attorno durante gli anni in cui aveva negato il proprio essere, il confronto con Zane lo porta sempre di più ad accettarsi, a considerale normale una relazione con un altro uomo, a sentirsi meno solo: «Paul appoggiò il telefono e sbadigliò. Era la prima volta che si sentiva così rilassato da quando era stato messo in congedo retribuito. Forse ora anche lui sarebbe riuscito a dormire. Era bello sapere che, mentre appoggiava la testa sul cuscino e chiudeva gli occhi, Zane stava facendo lo stesso. Lo faceva sentire meno solo» 
Zane, a sua volta, con la sua natura vulcanica ed esuberante, con la rabbia e il desiderio di non essere compatito, riesce a trovare in Paul qualcuno che sappia davvero come venirgli incontro nel modo giusto, un’ancora di salvezza cui aggrapparsi per affrontare con più serenità la propria esistenza: «Paul lo tranquillizzava e in quei giorni Zane era una tempesta di emozioni confuse. Passava dallo star bene all'essere furioso, per poi essere così triste da domandarsi se valesse la pena alzarsi dal letto. Paul era come la crema emolliente per le pelli bruciate e desquamate». 
“Bedside Manner” è un romanzo che mi ha davvero coinvolto ed emozionato, un gap generazionale che affronta diverse tematiche importanti, tra cui l’omofobia e l’accettazione di sé, e mostra il rafforzarsi reciproco dei sentimenti dei due protagonisti, il loro migliorarsi a vicenda, l’acquisita consapevolezza che quando si ama una persona vale la pena correre qualsiasi rischio: «Paul avrebbe voluto dirgli che per lui valeva la pena correre il rischio. Che ogni giorno che passavano assieme capiva sempre di più che se mai avesse dovuto scegliere non ci sarebbe stata scelta. Voleva Zane nella sua vita e non avrebbe mai potuto abbandonare quel senso di completezza che stava scoprendo» 
VALUTAZIONE 
Heart Trouble: 4/5 
Bedside Manner: 4+/5

martedì 17 novembre 2020

Serie “Thomas Elkin” di N.R. Walker (“Intervento di Retrofit”; “A chiare linee”; “Senso di appartenza”)

TITOLO: Intervento di Retrofit (Titolo originale: “Elements of Retrofit”); A chiare linee (Titolo originale: “Clarity of lines); “Senso di appartenenza (Titolo originale: “Sense of Place”)
SERIE: Thomas Elkin #1 #2 #3
AUTORE: N.R. Walker
CASA EDITRICE: Triskell Edizioni
GENERE: Contemporaneo
TRADUTTORE: Grazia Di Salvo
Thomas Elkin è un architetto di successo, con una solida posizione all'interno di uno studio affermato, è attraente, brillante e intelligente e, almeno in apparenza, sembra aver conquistato tutto ciò che la vita poteva riservargli. Eppure avverte, a quarantaquattro anni, che qualcosa di importante gli manca davvero, sebbene non riesca a comprendere cosa e continua a pensarci mentre se ne sta in piedi davanti alla finestra a scrutare il cielo di New York.
È questa l'immagine iniziale di “Intervento di Retrofit”, il primo volume della serie “Thomas Elkin” con cui l'autrice australiana N.R. Walker ci proietta nella vita e nei pensieri di quest'uomo affascinante e insoddisfatto che ha trascorso molti anni a nascondersi dietro a una bugia, a mentire a se stesso e agli altri circa la propria omosessualità, con un matrimonio ormai giunto al capolinea da cinque anni, da quando ha deciso di fare coming out, e un figlio di ventidue anni, Ryan, con cui ha finalmente recuperato un rapporto sereno. Thomas ha, dunque, ripreso in mano la propria esistenza solo da pochi anni e ancora non riesce a comprendere cosa vuole davvero, fino a quando suo figlio non si presenta a casa sua per cena con Cooper Jones, un suo amico ed ex compagno di scuola.
Due aggettivi mi sono venuti in mente non appena ho iniziato a leggere questa serie: “adorabile” e “malinconico”. Malinconico è l'approccio iniziale di Thomas, che ricorre spesso nelle sue riflessioni, il rimpianto di non aver avuto il coraggio di fare determinate scelte già molti anni prima, la sensazione di aver lasciato volar via il tempo sentendosi intrappolato: «Costosa. Impeccabile. Prevedibile. Erano anche tre aggettivi che mi ritraevano alla perfezione».
Adorabile è, invece, il modo con cui Tom inizia a interagire con Cooper, questo giovane talentuoso e appassionato di architettura che, dopo quella prima cena, si presenta nel suo studio per un tirocinio estivo e viene da lui scelto. Cooper è un ragazzo con una personalità poliedrica, serio e professionale nel suo lavoro, dotato di un entusiasmo non comune nell'inseguire i suoi desideri di realizzazione in quella che è la sua grande passione, ma capace, al momento opportuno, di mostrarsi sfrontato, esuberante, con uno spiccato senso dell'umorismo.
Tom non può rimanere indifferente di fronte al fascino magnetico di quel ragazzo e inizia a provare una forte attrazione nei suoi confronti che ben presto si unisce a una sorta di comunione di interessi che fortifica sempre di più il loro legame: «Io lo fissavo. Il modo in cui parlava dell'architettura, dei palazzi e dell'arte in essi, era uguale a quanto facevo anch'io. Una passione che non avevo mai condiviso con nessuno.».
L'autrice, con una scrittura brillante, efficace e di impatto immediato, mostra una grande capacità nel costruire in poco più di un centinaio di pagine una narrazione dolce e intensa, ricca nello stesso tempo di ironia e di tenerezza, senza tralasciare nessun dettaglio importante di questa prima fase della storia tra Cooper e Thomas: il loro primo incontro, le interessanti discussioni sulla loro passione comune per l'architettura, i dubbi e i tormenti di Tom circa l'inizio di una relazione con un uomo che ha la metà dei suoi anni ed è, oltretutto, un suo tirocinante, la sfrontatezza con cui Cooper riesce a superare le sue perplessità: «Avrei dovuto mettere un punto a quella cosa. Avrei dovuto dirgli di smetterla. Avrei dovuto mettere in chiaro fin da subito che era un'idea terribile. Ma non ci riuscii. Mentre la parte razionale e percettiva del mio cervello urlava per dirmi di porre fine a quell'assurdità, la parte egoista, stupida e interessata lo voleva. Il mio corpo lo voleva».
L'evoluzione del rapporto tra Tom e Cooper ci riserva immagini evocative e dense di emozioni, mentre i due girano per le strade di New York, intenti a osservare palazzi e a riconoscere stili architettonici, scambiandosi opinioni sul loro interesse comune: «I grattacieli. Adoro il panorama di vetro e metallo. La fermezza che trasmette questa città. E amo come i nuovi palazzi si integrino con quelli vecchi. Sia vecchio che moderno. Insomma, ci sono alcuni edifici che sono vere e proprie opere d'arte …». E Tom capisce ben presto quanto Cooper sia importante per lui e quanto abbia cambiato il suo modo di vedere le cose: «Iniziavo a pensare che l'avrei volentieri portato ovunque, gli avrei mostrato tutto soltanto per vederlo sorridere in quel modo».
Posso, dunque, dire di aver amato molto l'abilità con cui la Walker è riuscita a trattare il gap generazionale, aggiungendo una certa dose di umorismo che ha reso davvero godibile lo sviluppo della relazione tra questi due uomini, con il loro scherzare e prendersi in giro sui diversi gusti dovuti alla differenza di età e sulle prerogative della generazione Y, senza tralasciare la loro capacità di rendere tali differenze un punto di forza del loro rapporto. Pregevole è, soprattutto, il modo con cui i protagonisti descrivono la loro unione attraverso suggestive metafore architettoniche: «Siamo come un intervento di retrofit; facciamo sì che lo stile antico di un edificio venga rinnovato da quello moderno. Quando tutto sembra non quadrare, ecco che funzioniamo».
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Con il secondo volume, "A chiare linee", entriamo in una fase successiva della storia d'amore tra Cooper e Tom. Dopo aver finalmente trovato un equilibrio tra professione e vita privata (Cooper ha trovato lavoro presso un altro studio molto prestigioso e lui e Tom possono frequentarsi alla luce del sole), i due uomini si mostrano sempre più affiatati. Nonostante la brevità (anche questo volume ha poco più di un centinaio di pagine), l'autrice riesce a concentrare tantissime sensazioni ed emozioni, attraverso diversi momenti sensuali e passionali perfettamente incasellati all'interno di una quotidianità fatta di confidenze, risate, battute e sostegno reciproco. Con il suo consueto stile brillante e una scrittura assai godibile possiamo vedere il modo con cui i due mondi di Cooper e Tom, in apparenza distanti, riescono ad amalgamarsi ad arte.
È questa la fase in cui i due amanti devono affrontare le reazioni delle rispettive famiglie, i genitori di Cooper preoccupati che il loro ragazzo stia con un uomo molto più grande di lui, i genitori di Tom restii ad accettare l'omosessualità del figlio. Senza tralasciare l'atteggiamento geloso e ostile dell'ex moglie di Tom, Sofia, che sembra ancora provare rancore e rammarico per la fine del suo matrimonio.
In questo frangente, Tom e Cooper devono finalmente riuscire a prendere consapevolezza della solidità dei loro sentimenti, comprendere quanto reale sia il loro rapporto, oltre che affrontare la paura che il loro legame possa in qualche modo essere messo in discussione: «Era la prima volta in assoluto che si comportava in modo tanto possessivo. La prima volta che leggevo la paura nei suoi occhi». Di fronte a tali difficoltà, l'autrice mette in luce con grande impatto emotivo l'inarrestabile determinazione di Cooper nel cercare di superare le perplessità dei suoi genitori e far comprendere loro quanto lui sia felice con Tom: «Ma cos'altro posso fare? Mi sono innamorato di te e, se il genere non ha importanza, allora non ce l'ha nemmeno l'età». Tutto questo, senza tralasciare mai di mostrare l'inesauribile forza dell'amore che lega questi due uomini, il modo con cui, sostenendosi a vicenda, riescono ad affrontare momenti di scoramento, delusione, tristezza: «Non riuscivo a pensare a una vita senza Cooper. Ci conoscevamo da pochi mesi, ma lo amavo. Veneravo quell'uomo incredibile che, per qualche inspiegabile ragione, sembrava amarmi quanto lo amavo io».
In questo volume, non manca l'interessante metafora architettonica che mostra come il legame tra Tom e Cooper sia come un design le cui linee di contorno possono non apparire chiare a tutti, ma sono in realtà molto più definite di quanto si possa immaginare: «[...] ogni design ha bisogno di chiare linee guida. Di vincoli che lo definiscano e che lo creino … e a volte quelle linee di contorno non sono visibili a tutti […] esistono linee di contorno che sembrano poco precise, ma non sono per niente sfocate. Anzi, spesso sono più chiare che mai»
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“Senso di appartenenza” ci mostra l'emozionante epilogo della bellissima storia d'amore tra Tom e Cooper, due meravigliosi protagonisti che mi hanno fatto sorridere e commuovere, che mi hanno affascinato con i loro dialoghi brillanti e intrigato con la loro giocosa e appassionata sensualità. E l'autrice ha mostrato un talento unico nel tenere desta l'attenzione fino all'ultima pagina senza consentire al lettore di abbassare mai la guardia.
Tom e Cooper sono ormai una coppia consolidata che può contare sul sostegno di parenti e amici, ma, affinché un lieto fine possa considerarsi degno di tale nome, occorrono alcuni ostacoli da superare: da un lato c'è un giovane imprenditore, Xavier, con cui Cooper realizza il suo primo progetto architettonico, ma che sembra più che altro interessato a provare a sedurre il talentuoso architetto; dall'altro c'è un collega di Tom, anziano e piuttosto omofobo, che sembra cercare ogni espediente per allontanarlo dall'azienda per cui ha lavorato per tanti anni.
Nonostante alcuni momenti di tensione, Tom e Cooper riescono a trovare diversi interessanti espedienti per mettere all'angolo i loro antagonisti, mostrando in modo definitivo quale sia la forza del loro legame, il loro “senso d'appartenenza”:
«Sorrisi. "Sai cosa significa "senso d'appartenenza"?"
Cooper annuì. "È quando l'edificio in cui ti trovi è talmente accogliente da sapere di casa. Quando si è in pace."
Annuii "Esattamente."
Cooper si guardò intorno. "Questo posto?"
Scossi il capo. "No"
La parola successiva fu uno squittio. "Io?"
Annuii e gli sorrisi. "Sei tu il mio senso di appartenenza, Cooper"».
“Thomas Elkin” è, dunque, per me una serie indimenticabile che mostra senza alcun dubbio la bravura di una delle migliori autrici del panorama romance male to male.

VALUTAZIONE 5/5




lunedì 9 novembre 2020

Storie di Tucker Springs (Volumi 5-6)

TITOLO: Mai un eroe; Quando si cade 
SERIE: Tucker Springs #5 #6 
AUTORE: Marie Sexton; L.A. Witt 
CASA EDITRICE: Triskell Edizioni 
GENERE: Contemporaneo 
TRADUTTORE: Chiara Fazzi; Eloriee 
Proseguo la lettura della serie “Tucker Springs” con due storie molto diverse tra loro, ma indubbiamente ricche di dolcezza e romanticismo, oltre che di un po' di sofferenza. 
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“Mai un eroe” di Marie Sexton è, a mio avviso, il romanzo più bello di questa serie, perché con toccante sensibilità affronta temi delicati delineando due personaggi veri, straordinariamente sinceri e che si fanno amare per la disarmante tenerezza dei loro sentimenti. Marie Sexton conferma anche in questo caso la sua capacità di indagare a fondo l'animo dei protagonisti, creando storie complesse e controverse, in cui non mancano elementi di sofferenza, compensati da sentimenti autentici e profondi. 
La narrazione con P.O.V unico in prima persona ci proietta immediatamente nella mente del ventottenne Owen Meade, ragazzo timido e solitario. Impossibile non provare nei suoi confronti una grande empatia, mentre in modo incerto e impacciato si affaccia alla finestra per osservare i movimenti intorno alla sua casa, limitandosi a guardare senza intervenire. La sua vicina di casa, Regina, infatti, sta traslocando e Owen prova un certo rimpianto per non essere mai riuscito ad avvicinarla e a parlare con lei per approfondirne la conoscenza, si illude che in qualche modo avrebbe potuto innamorarsi di lei, magari ascoltandola suonare il piano. 
Pian piano, la narrazione ci fa comprendere meglio le motivazioni che sorreggono i malinconici pensieri di questo ragazzo: fin da adolescente è sempre stato consapevole della propria attrazione verso gli uomini, ma in qualche modo rifiuta la propria omosessualità, non vuole una relazione con un uomo e preferirebbe sposare una donna per costruirsi un'esistenza considerata normale e non deludere nuovamente sua madre. 
La severa figura materna appare subito come la causa principale del groviglio di insicurezze e paure di Owen: lei non lo ha mai accettato per come è, per il suo braccio amputato fin dalla nascita, per la sua balbuzie, gli ha fatto sempre pesare la sua diversità e il ragazzo finisce per colpevolizzare e fustigare se stesso invece che rinfacciare alla madre la sua scarsa sensibilità. 
Il giovane sembra davvero senza speranze e continua a crogiolarsi nel suo dolore interiore, fino a quando Nick Reynolds, il suo nuovo vicino di casa, non bussa alla sua porta e inizia a incrinare la sua claustrofobica barriera. 
Nick è il prestante veterinario di Tucker Springs, già comparso nel secondo volume di questa serie, “Un'occasione di seconda mano”, in cui aveva mostrato tutta la sua affabilità nel dare sostegno al suo segretario Paul e nell'incentivarlo a riprendere gli studi per diventare tecnico veterinario. Possiamo, ora, conoscerlo meglio: attraente e sicuro di sé, ma dolce e gentile nello stesso tempo, grande amante degli animali, disposto anche a farsi cacciare dal padrone di casa pur di accogliere un cane bisognoso di cure. 
Tra Owen e Nick nasce fin da subito una bella amicizia. L'atteggiamento rassicurante di Nick riesce finalmente a far sentire Owen a proprio agio, come non gli era mai capitato prima, soprattutto perché Nick non guarda il suo braccio con imbarazzo, lo tratta con naturalezza facendogli comprendere quanto lui sia molto di più di un arto amputato. E quando Owen conosce June, la sorella minore di Nick, ragazza vitale e piena di forza d'animo ed energia nonostante abbia lo stesso difetto, la vita del giovane inizia a cambiare radicalmente. Inizia a frequentare con lei alcune lezioni di piano e si esercita a casa, approfittando della musica per stare più vicino al bel veterinario, nei cui confronti inizia a provare una profonda attrazione e un sentimento sincero, riuscendo finalmente ad accettarsi. 
L'autrice stupisce con la sua scrittura avvolgente, intensa, densa delle struggenti e malinconiche emozioni di Owen e Nick, due personaggi che devono affrontare nelle proprie esistenze cambiamenti importanti. L'evoluzione interiore di Owen è quella che colpisce maggiormente per il suo immediato impatto emotivo e per i piccoli, ma significativi passi in avanti: il suo terrore nel relazionarsi con il mondo esterno e la paura di essere giudicato e guardato come un essere deforme sembrano finalmente attenuarsi, mentre la sua balbuzie inizia a mantenersi su livelli di guardia nel tentativo di tenere a freno il nervosismo. Owen riesce poco alla volta a conoscere e a stringere amicizia con alcuni abitanti di Tucker Springs e a capire che il mondo non è quella foresta ostile che ha sempre immaginato a causa delle esperienze adolescenziali: «Mi ci erano voluti ventotto anni, ma stavo iniziando a imparare una delle più grandi lezioni della mia vita: il liceo non era il riflesso della vita reale. Le persone di solito erano buone». 
All'orizzonte si profila un importante banco di prova per Owen che segna in qualche modo la sua maturazione e gli permette di abbattere quel muro di paure che lo aveva sempre bloccato facendo emergere una straordinaria sensibilità. In questa seconda parte, l'autrice lascia trapelare il segreto di Nick che in qualche modo aveva cercato di farci intuire nei primi capitoli, quando aveva mostrato la sua ritrosia nello stringere con Owen qualcosa che andasse al di là dell'amicizia. Allo svelarsi di quel segreto, la descrizione della reazione di Owen è un'intensa parabola ascendente: un'umanissima paura iniziale, mista a un certo sconforto, cede il posto al tentativo di comprendere meglio e di superare i propri limiti mentali, fino a quando i sentimenti per Nick emergono in modo così prepotente che Owen capisce che è arrivato il momento di tirare fuori il coraggio e trovare in se stesso l'eroe che sempre aveva cercato negli altri: «Nick si piegò di nuovo sopra la pentola, per inalare il vapore che saliva dalla salsa. “Amo questo profumo”. 
E io amo te. Quel pensiero arrivò spontaneo, così stranamente fuori posto eppure così forte e sincero che, per un attimo dimenticai di mescolare i mirtilli. 
Lo amavo. Amavo il suo sorriso, il suo modo di scherzare e di voler bene e sua madre. Amavo tutto di lui, della sua famiglia e di quella giornata. Mi sentivo a casa. In pace. Del tutto completo, amato e accettato. Ma non riuscii a dirlo. Non riuscii a metterlo in parole. Mi concentrai invece sulla salsa, sui profumi fruttati dello zucchero e della cannella, e su quello aspro della frutta matura.» 
Il romanzo ci mostra la grande forza di Owen, la sua capacità di rinnovarsi e mettere insieme i propri pezzi e quelli di Nick; dopo aver abbattuto i propri muri, è tempo di abbattere quelli dell'uomo che ama e di costruire insieme l'esistenza serena che meritano: «Non gli diedi il tempo di protestare. Lo baciai invece, con forza e insistenza, mettendoci ogni briciola della mia frustrazione. Ero distrutto e volevo che mi lui mi aiutasse a rimettere insieme i pezzi. Volevo che sentisse la mia disperazione. Che sapesse quanto bisogno avevo di lui e che accettasse il fatto che anche lui aveva bisogno di me. Perché era così. Che fosse pronto ad ammetterlo oppure no, sapevo nel mio cuore che io colmavo un vuoto nella sua vita, proprio come lui nella mia, Ne avevo avuto abbastanza della sua sciocca nobiltà d'animo e delle sue scuse. Lui mi rendeva felice come nessun altro. Volevo fare lo stesso con lui. Lo implorai, col mio bacio, di concedermi quell'occasione». 
Di questo romanzo ho amato praticamente ogni cosa, ma mi ha colpito particolarmente la caratterizzazione dei personaggi secondari: l'autrice non fa sconti nei confronti della madre di Owen, la tratteggia quale figura meschina e insensibile, ma indubbiamente non la lascia impunita. Quasi a compensare tanta grettezza d'animo, emergono tutti gli altri personaggi profondamente positivi: Nathan, il segretario dello studio di agopuntura, malizioso e sfacciato all'inizio, ma poi sincero amico di Owen e generoso consigliere; June, cui ho accennato sopra, solare, energica, portentosa; i genitori di Nick, affabili e gentili; il padre di Owen, che si rivela particolarmente sorprendente verso il finale. 
“Mai un eroe” è una bellissima ed emozionante storia di rivalsa e perdono, ricca di passione e amore profondo, un invito a non farsi scoraggiare dai propri limiti fisici e mentali e a non farsi sopraffare dagli inutili sensi di colpa, cercando di raggiungere una meritata serenità. 
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In “Quando si cade” di L.A. Witt abbiamo la possibilità di conoscere meglio il personaggio di Nathan, il giovane, malizioso ed esuberante segretario dello studio medico dell'agopuntore Michael Whitman, nonché generoso e leale amico di Owen. In questo romanzo che lo vede come protagonista, l'autrice ci presenta diverse altre sfumature del suo carattere. Maniaco del controllo, perfezionista quasi ossessivo, dopo due disastrose relazioni teme di legarsi di nuovo e preferisce attendere qualche anno, consapevole che anche i rapporti più stabili rischiano di incrinarsi. 
Nathan mostra una grande passione per l'equitazione, coltivata sin da piccolo, e ha risparmiato diversi anni prima di potersi permettere l'acquisto di un cavallo tutto suo. È talmente orgoglioso ed emozionato per la sua splendida puledra Zarina che freme per poter finalmente cavalcare con lei, sognando di poterlo fare tutta l'estate. Purtroppo, la prima cavalcata non va come sperato: un motociclista taglia loro la strada, Zarina si spaventa e Nathan cade rompendosi una gamba (e fratturandosi una mano dopo aver sferrato un pugno al motociclista). 
Ryan ama girare per il mondo e non ha, al momento, alcuna intenzione di mettere radici e di fermarsi in uno stesso posto per più di due anni di seguito. Quando, a bordo della sua moto, si rende conto di aver fatto cadere un ragazzo da cavallo, non esita a prestargli immediato soccorso, beccandosi anche un pugno ben assestato, e in preda ai sensi di colpa per avergli causato un infortunio, offre tutto il suo aiuto durante la guarigione. 
Dopo una prima fase di rabbia e spavento, Nathan si mostra sempre più propenso ad accettare l'aiuto di Ryan, che vorrebbe imparare a cavalcare e tenere allenata Zarina durante l'estate, considerato che il suo padrone è impossibilitato a farlo. Gli allenamenti sono un'occasione per i due ragazzi per conoscersi meglio e per stringere un'amicizia che diviene ben presto qualcosa di più profondo. 
Con la sua consueta scrittura fluida e lineare, l'autrice ci racconta una storia molto dolce e romantica lasciando intravedere una certa evoluzione dei protagonisti. Nella prima parte, infatti, mentre la narrazione ci mostra il modo con cui si sviluppa l'amicizia tra i due ragazzi, le loro confidenze, i ricordi adolescenziali, le lunghe chiacchierate sui temi più disparati, possiamo osservare un Nathan inizialmente dubbioso e poi sempre più convinto e coinvolto e un Ryan, dapprima timoroso e poi molto più deciso. I paletti che avevano eretto intorno alle loro esistenze circa la possibilità di stringere legami sentimentali stabili iniziano gradualmente a incrinarsi. 
Nathan si è sempre rifiutato di dipendere dagli altri e anche con una gamba ingessata cerca, spesso invano, di fare tutto da solo. Eppure accetta con spontaneità l'aiuto di Ryan, che interagisce con naturalezza con lui senza farlo sentire un invalido. 
La seconda parte vede Nathan, sempre più attratto e intrigato da Ryan, cedere finalmente alla passione nei suoi confronti. Come sempre, l'autrice riesce a esprimere l'erotismo tra i due protagonisti con grande intensità lasciando trapelare emozioni che si fanno sempre più solide e vere. 
Posso dire di aver amato molto la caratterizzazione di entrambi i protagonisti. Ryan, libero e nomade, gentile e affabile, deve iniziare a fare i conti con cosa significhi davvero non avere radici in nessun posto, oltre a capire se realmente riuscirà un giorno a sentirsi a casa: «Scese di nuovo il silenzio e continuammo entrambi a guardare il cielo. 
Fui io a spezzarlo, la voce a malapena un sussurro. “Credi che metterai mai radici da qualche parte?” 
Scrollò le spalle. “Non lo so. Non sono mai stato in un luogo in cui mi sentissi a casa, capisci?” 
“Da nessuna parte?” 
“Da nessuna parte”, Riprese ad accarezzarmi distrattamente il braccio, “Da un lato, credo che sarei felice di macinare asfalto finché non sarò troppo vecchio per continuare a farlo. D'altro canto, una parte di me pensa che forse sono alla ricerca di qualcosa che non ho ancora trovato”». 
Nathan, adorabile testardo, aveva sempre mostrato una grande sicurezza che nascondeva molte incertezze e paure. Il suo terrore di affrontare un altro legame fallimentare deve fare i conti con ciò che sta iniziando a provare per Ryan e con la paura che lui un giorno possa andare via: «C'era qualcosa tra noi in quel momento, qualcosa di inconfessato, nascosto in un angolino buio ad aspettare che uno dei due lo portasse alla luce. Era spaventosamente familiare e, allo stesso tempo, intrigantemente alieno. Come una parola sulla punta della lingua che non riuscivo proprio a ricordare, ma che mi sarebbe sembrata ovvia non appena l'avessi sentita». 
“Quando si cade” è, dunque, un romanzo che mi ha fatto davvero sognare ed emozionare per la dolcezza dei sentimenti espressi dai protagonisti, per la loro paura di affrontare i cambiamenti, per l'intensità con cui hanno mostrato la reciproca passione. 

VALUTAZIONE 
Mai un eroe: 5/5 
Quando si cade: 4+/5

lunedì 2 novembre 2020

Storie di Tucker Springs (Volumi 1-4)

TITOLO: Farsi forza; Un'occasione di seconda mano; Panni sporchi; Desidera il prossimo tuo 
SERIE: Tucker Springs #1 #2 #3 #4 
AUTORE: L.A. Witt; Marie Sexton; Heidi Cullinan 
CASA EDITRICE: Triskell Edizioni 
GENERE: Contemporaneo 
TRADUTTORE: Micol Milan; Raffaella Arnaldi; Victor Millais 
Amo molto le serie di romanzi ambientate in luoghi particolari in cui si intrecciano le vicende dei vari abitanti. La serie “Tucker Springs”, che vede la collaborazione di tre brave autrici del panorama male to male (L.A. Witt, Heidi Cullinan, Marie Sexton), non fa eccezione: storie emozionanti con una varietà di spunti interessanti e messaggi importanti. Di seguito le recensioni dei primi quattro volumi della serie. 
*** 
“Farsi forza” di L.A. Witt è un avvio decisamente gradevole di questa serie incentrata sulle vicende della tranquilla città di Tucker Springs, una cittadina ideale per chi vuole vivere al riparo dal caos e dall'inquinamento di una grande metropoli, ma forse leggermente noiosa per chi vorrebbe una vita più frenetica. 
Iniziamo a conoscerne i luoghi e i suoi abitanti, partendo da Jason Davis, il giovane proprietario del locale Light out, la cui esistenza negli ultimi tempi non è del tutto agevole: la sua spalla lesionata continua a procurargli dolori atroci, il suo compagno lo ha lasciato con un mutuo della casa da pagare, la gestione del suo locale si rivela parecchio difficoltosa. Lo stress finisce inevitabilmente per aumentare il dolore. Michael Whitman, invece, è un agopuntore, padre single e favorevole alla medicina alternativa, che ha un suo studio medico, ma fatica a pagare l'affitto di casa. 
I due uomini si incontrano nel momento in cui Jason si lascia convincere da un amico comune, il tatuatore Seth, a sottoporsi a una seduta di agopuntura per far passare il dolore: inizialmente dubbioso, si accorge che ben presto i risultati sono evidenti. Nel momento in cui Jason e Michael si confidano le rispettive difficoltà economiche, arrivano ben presto a un accordo: Michael potrebbe trasferirsi a casa di Jason e aiutarlo a pagare il mutuo occupando la stanza per gli ospiti. Nell'accordo Jason non ha tenuto conto dell'attrazione irresistibile nei confronti dell'affascinante medico, un'attrazione che sembra senza speranza considerato che Michael è, almeno apparentemente, etero. Tutto questo almeno finché i due uomini non iniziano a confidarsi e ad approfondire il loro rapporto. 
Di questo romanzo ho apprezzato il fatto che, nonostante sia stato adottato un P.O.V. unico, con Jason sola voce narrante, il personaggio di Michael non sia stato affatto penalizzato, venendo svelato poco alla volta in tutte le sue sfaccettature. Ho amato molto, quindi, il modo con cui sono stati costruiti questi due protagonisti, Jason, afflitto dal dolore e stressato dai problemi economici, ma capace di conservare ironia e giovialità, Michael gentile e premuroso, che a volte sembra preoccuparsi di chiunque tranne che di ciò che lo rende davvero felice e affronta, per questo motivo, parecchi conflitti interiori. 
Il romanzo si caratterizza per una scrittura molto fluida, particolarmente intensa ed emozionante nella parte erotica e sentimentale, arricchita da una bella introspezione e dalla giusta dose di sofferenza nei momenti opportuni (perché il lieto fine va conquistato), tutti elementi che mi hanno permesso di godere appieno della dolce storia tra Jason e Michael, due protagonisti che mi hanno coinvolto e che fanno capire che ciò che in apparenza sembra sbagliato è in realtà molto giusto se lo si desidera davvero. 
*** 
“Un’occasione di seconda mano” di Marie Sexton e Heidi Cullinan è un romanzo che mi ha emozionato particolarmente per la delicatezza con cui è stato affrontato il tema del coming out, il difficile percorso per giungere a una completa consapevolezza dei propri desideri e sentimenti, dopo aver messo da parte ogni timore. La narrazione delle vicende di Paul ed El è, tuttavia, anche un interessante spunto per riflettere sul bisogno di ciascuno di sentirsi amato, di non essere la seconda scelta di nessuno. 
All'inizio della storia, Paul appare particolarmente affranto per la rottura della sua relazione con Stacey, una ragazza conosciuta al college. Nel corso della loro vita insieme, è stato sempre attento a soddisfare le volontà della sua fidanzata, a dimostrarsi all’altezza delle sue aspettative, per cui quando decide di trasferirsi con lei a Tucker Springs per assecondare la sua passione artistica è convinto di aver fatto la scelta migliore. Almeno fino a quando lei non decide di lasciarlo e di andare a convivere con Larry, un professore che avrebbe potuto aiutarla a farsi strada nel mondo dell’arte. 
La normale esistenza di Paul sembra inevitabilmente incrinarsi e il pessimismo inizia a farsi strada dentro di lui: è stato lasciato dalla sua ragazza ed è bloccato con un contratto di affitto a lungo termine in una casa troppo costosa da mantenere. Inoltre avrebbe voluto diventare veterinario, ma è riuscito a ottenere solo un posto da segretario nello studio di Nick, l’affascinante veterinario di Tucker Springs. Paul si sente praticamente la ruota di scorta di chiunque. 
Paul è un ragazzo dolce ed educato, che arrossisce per qualunque cosa e tende ad abbassare lo sguardo, soprattutto quando si trova di fronte a un uomo intrigante come El. Pian piano, le autrici ci fanno comprendere come Paul, in realtà, abbia sempre sacrificato ciò che desiderava davvero, preferendo scegliere la strada ritenuta più semplice per giungere a quella che considerava un'esistenza normale. 
Emanuel, detto El, è il proprietario del negozio di pegni di Tucker Springs. È un giovane che con gli anni ha imparato a costruirsi una maschera da cinico: non crede nelle relazioni a lungo termine e ha innalzato barriere affettive per impedirsi di soffrire, anche alla luce di tutto il dolore e il disagio che la sua famiglia gli procura. 
Eppure quando il timido ragazzo coi capelli rossi varca la soglia del suo negozio, dapprima per acquistare un regalo per riconquistare la sua fidanzata e poi per rivendere oggetti che riempiono inutilmente la sua casa, alcune certezze iniziano a incrinarsi. Di fronte a Paul, così bello, timido e impaurito, El inizia pian piano ad abbassare le difese: «El non poteva dire di aver mai avuto davvero un “tipo” nel senso che intendeva Denver. Per lui, la vera attrazione non era questione di età, stazza o colore dei capelli. Era più complicato. Era attratto dai modi gentili e da una certa vulnerabilità, e la verità era che Paul abbondava di entrambe le cose». 
La narrazione, attraverso una scrittura efficace e brillante, ci mostra il rapporto tra i due uomini che da semplice e casuale amicizia diviene un lento e continuo corteggiamento che ci fa sorridere ed emozionare, soprattutto se pensiamo a come El era apparso nelle prime righe del romanzo quando era convinto che “nessuno era veramente felice”. I P.O.V. alternati ci mostrano un El in conflitto con se stesso e le sue convinzioni radicate, che devono cedere il posto a un sentimento forte che si fa strada dentro di lui, e un Paul che lentamente inizia ad aprire gli occhi e a comprendere che ci sono inclinazioni, sentimenti, desideri, che non si possono nascondere o reprimere, nonostante un’ossessiva e insistente vocina interiore continui a dargli filo da torcere. 
Il messaggio ci arriva forte e chiaro attraverso una voce importante: «Cosa importa ciò che sei? Ti serve proprio essere etichettato? Non puoi semplicemente essere Paul, che ama le persone comunque si presentino?». 
Posso, quindi, affermare di aver amato molto questo romanzo, che mi ha consentito di seguire il percorso emotivo dei due protagonisti che imparano a capirsi, ad amarsi, a lasciarsi andare alla passione e al desiderio, perché ciò che conta è comprendere che di fronte a un sentimento vero e duraturo non ci sono seconde scelte, ma solo “l’unica scelta possibile”. 
*** 
“Panni sporchi” di Heidi Cullinan è un romanzo molto particolare, in cui è possibile percepire, rispetto ai primi due volumi della serie, una maggiore intensità e una più sviluppata introspezione, soprattutto per le tematiche trattate. 
Nucleo centrale della narrazione è il disturbo ossessivo compulsivo di cui soffre uno dei due protagonisti, Adam Ellery, dottorando di entomologia e appassionato di falere. La vita di Adam è costantemente condizionata da questo disturbo, soprattutto per ciò che riguarda i suoi rapporti sociali e la possibilità di condividere spazi comuni con altre persone: «Certo, tutti facevano battute sul fatto di lavarsi le mani, pulire gli oggetti freneticamente e mettere la roba in ordine alfabetico nella dispensa, ma secondo la sua esperienza, c'era ben poco da ridere. Dentro i tormentati confini della sua mente, tutto doveva essere “così” o cosà”, altrimenti il mondo non avrebbe continuato a girare sul proprio asse nel modo corretto». 
Il suo disagio è spesso aggravato dalla fastidiosa presenza del suo ex ragazzo, Brad, che continua a tormentarlo per tornare insieme e gli procura spesso attacchi di panico. Colpisce la lucida consapevolezza di Adam di come la sua vita sia piena di ostacoli e difficoltà, anche nel compiere gesti che per molti appaiono semplici e banali: «A volte si domandava come sarebbe stato essere normale. Si chiedeva come sarebbe stata una relazione normale, in cui non dovesse mai spiegare a una persona cara perchè non poteva entrare in casa sua senza avere un attacco di panico». 
Una sera, nella ormai famosa lavanderia a gettoni di Tucker Springs, mentre viene tormentato da alcuni studenti ubriachi della confraternita, Adam viene soccorso da Denver Rogers e dal quel momento la sua vita subisce un profondo cambiamento. 
Denver è un gigante pieno di muscoli e dall'aspetto minaccioso, soprattutto con chi gli reca fastidio, ma è capace di mostrare una grande bontà d'animo. Miglior amico di El, il proprietario del negozio di pegni protagonista del secondo volume della serie, lavora come buttafuori nel locale gay Light out e cerca di mantenersi lontano da ogni relazione e da qualsiasi impegno sentimentale, cercando solo brevi piaceri con i ragazzi che frequentano il locale. Eppure dopo aver salvato Adam dagli studenti ubriachi e aver consumato con lui un rapporto sessuale in lavanderia, non riesce più a toglierselo dalla testa. 
Con una scrittura precisa e fluida, un'ottima caratterizzazione dei protagonisti e un buon inserimento di personaggi secondari (alcuni già protagonisti dei precedenti volumi), l'autrice ci mostra l'evoluzione di un rapporto che da semplice avventura sessuale diviene un legame sempre più solido. 
Adam, ragazzo timido e riservato, si sente al sicuro con Denver, quando si trova in sua compagnia è come se quella voce interiore che alimenta il suo disturbo smettesse di strepitare. Comprende bene la differenza tra il suo ex, Brad, che aveva la pretesa di sapere di cosa Adam avesse bisogno e di decidere al posto suo, e Denver che, invece, percepisce i reali bisogni del ragazzo e cerca di soddisfarli: «Non devi chiedere scusa per quello di cui hai bisogno. Però fidati, mi piace darti quello che ti serve. Magari perché mi rende felice». 
Denver, pur con i suoi difetti, si rivela un personaggio molto positivo e, attraverso il suo rapporto con Adam, impara a non farsi più condizionare dai traumi passati, dagli abusi psicologici subiti, dai disturbi che gli impediscono di migliorarsi, riuscendo ad amare Adam per ciò che è, aiutandolo a convivere con il suo disturbo: «Adam, con il suo disturbo. Adam, con tutti i suoi problemi e le sue paure. Adam, che non era solo un tipo strano, ma anche l'unica persona che Denver avrebbe voluto vedere quando si svegliava e prima di andare a letto». 
“Panni sporchi” è, dunque, un romanzo molto bello che ci mostra come due persone possano superare i propri limiti interiori e aiutarsi a vicenda ad affrontare i propri problemi senza alcuna prevaricazione, ma semplicemente percependo l'uno i bisogni dell'altro. 
*** 
“Desidera il prossimo tuo” di L.A. Witt è stato per me una piacevole sorpresa. Quella tra Seth e Darren, infatti, non è solo una storia ricca di dolcezza ed erotismo, ma anche un momento di riflessione e un modo per trasmettere un messaggio importante. 
Avevamo già conosciuto Seth Wheeler nel primo volume “Farsi forza”: il proprietario del negozio di tatuaggi di Tucker Springs, grande amico di Jason e Michael (la coppia protagonista del citato primo volume), si è subito mostrato come un personaggio sarcastico e sfrontato, ma indubbiamente sempre pronto a sostenere e consigliare gli amici. Il suo doloroso passato, in cui è stato rinnegato per la sua omosessualità dalla bigotta e fondamentalista famiglia, lo ha portato non solo a diventare un ateo convinto, ma anche ad evitare di intrattenere qualsiasi relazione con chi professa la fede cristiana. 
Darren Romero si è appena trasferito da Tulsa a Tucker Springs, nell'appartamento di fronte a quello di Seth. È un uomo molto attraente, interessante, con uno spiccato senso dell'umorismo. Il tatuatore non riesce a credere alla propria fortuna, inizia subito a frequentarlo e a flirtare con lui, per poi scoprire che Darren è un sacerdote, giunto per svolgere le sue funzioni pastorali in una delle chiese della città. Nonostante ciò, i due uomini finiscono per cedere subito alla passione e trascorrono la notte insieme. E Darren continua a essere una presenza fissa nella vita di Seth. 
Ho amato molto questo romanzo, soprattutto per la caratterizzazione del personaggio di Darren - che traspare attraverso il P.O.V. in prima persona di Seth - una figura che si rivela sempre più interessante e ricca di sfumature. È un uomo che ha avuto, pur tra tante difficoltà e problemi di accettazione, la capacità e la forza di conciliare la propria omosessualità con la propria fede, che diviene per lui una vera e propria missione. Non è un religioso aggrappato a un'interpretazione severa, letterale ed eccessivamente rigorosa della Bibbia, riuscendo piuttosto a trarne il messaggio fondamentale, “ama il prossimo tuo come te stesso”, con cui costruisce tutta la sua attività di sacerdote, rivolta soprattutto ai giovani omosessuali in difficoltà, abbandonati dalle proprie famiglie. È un sacerdote che non giudica e non condanna, come fanno molti altri, accoglie Seth senza criticarlo per il suo ateismo, ma discutendo e confrontandosi con lui. È, soprattutto, un uomo che ammette di non essere un santo e di non ambire alla perfezione (non essendo, d'altronde, tenuto al celibato secondo le regole della sua chiesa). E Seth non può che rimanerne affascinato e sconvolto: «Ogni volta che gli ero vicino, il mondo aveva sempre meno senso. Non sapevo cosa pensare di un sacerdote gay che fumava erba, aveva avventure occasionali, e che adesso si era fatto tatuare. Sfidava qualsiasi cosa mi avesse incasinato la vita qualche anno prima, e contraddiceva tutte le ragioni per cui mi ero mantenuto a distanza dai cristiani. Tutte le ragioni per cui mi ero mantenuto a distanza da lui». 
Ho ammirato molto il modo con cui l'autrice è riuscita a mostrare i tormenti interiori di Seth, un personaggio che sa farsi amare pur con la sua testardaggine, che non può fare a meno di cedere ai sentimenti che prova per Darren, che impara a comprendere come la fede non si esprima solo attraverso l'atteggiamento retrogrado, bigotto e ipocrita dei suoi genitori, ma anche e soprattutto mediante un autentico modo di vivere cristiano, fatto di generosità, sostegno e comprensione. E il tatuatore deve imparare a scavare dentro di sé e a capire cosa davvero gli impedisce di amare Darren, per potersi poi lasciare andare: «Deglutii, sentendo le farfalle nello stomaco e un nodo in gola. Il semplice fatto che lui avesse ancora fiducia in me dopo che l'avevo ferito a quel modo era incredibile, Sentirmi chiedere di avere fede in lui – e domandandomi come avessi potuto non averne – era … più di quanto riuscissi a gestire. 
“Parlami, Seth,” disse. 
“Non sono bravo ad avere fede in qualcosa.” Gli toccai il viso e lo attirai a me. “Ma penso di poter fare un'eccezione per te”» 
La storia tra Darren e Seth ha uno sviluppo davvero emozionante, ricco non solo di passione ed erotismo (l'attrazione tra i due è innegabile e ineluttabile), ma anche di momenti intensi e toccanti, di confidenze sul proprio passato e di tranquille discussioni teologiche ed evoluzionistiche. 
Posso, dunque, concludere affermando che “Desidera il prossimo tuo” si colloca a buon diritto tra le mie letture preferite, soprattutto per il bellissimo messaggio di accettazione e inclusione che andrebbe diffuso tra molte persone. 

VALUTAZIONE 
Farsi forza: 4/5 
Un'occasione di seconda mano: 4,5/5 
Panni sporchi: 4,5/5 
Desidera il prossimo tuo: 4,75/5



venerdì 16 ottobre 2020

“Sweet Thing” di Isobel Starling

TITOLO: Sweet Thing (Titolo originale: “Sweet Thing”) 
AUTORE: Isobel Starling 
CASA EDITRICE: Quixote Edizioni 
GENERE: Contemporaneo 
TRADUTTORE: Alice Arcoleo
Isobel Starling è un'autrice a cui sono particolarmente affezionato, avendo amato molto la sua serie Shatterproof bond, dedicata al legame indissolubile tra Sam e Declan e alle loro avventure tra Londra e la Scozia. 
Tuttavia, anche in questo romanzo l'autrice è riuscita ad appassionarmi con una scrittura intrigante e una storia interessante e sorprendente. “Sweet thing”, infatti, non è solo una storia d'amore sofferta, ma anche il percorso di guarigione di due uomini, Simeon e Bastian, entrambi con un pesante bagaglio sulle spalle. 
Simeon Duchamp è un modello la cui vita, fin da adolescente, è stata contraddistinta dagli eccessi e da una dipendenza da droga, alcol e internet, una dipendenza che lo ha spinto a fare del male al suo miglior amico Pieter e farsi terra bruciata intorno. Dopo un lungo periodo di disintossicazione in una clinica svizzera, in cui gli viene diagnosticato un disturbo del controllo degli impulsi, Sim torna a vivere a Berlino e cerca di intraprendere un'esistenza più sana, riprendendo il suo lavoro di modello e tentando di riallacciare i suoi rapporti con Pieter - di cui è sempre stato innamorato ma non corrisposto – e con la compagna di quest'ultimo, la pittrice Emily. 
Bastian Roth è un uomo d'affari la cui passione principale è la ristrutturazione di edifici storici. Su di lui pesa un passato difficile con una figura paterna ingombrante, severa e omofoba e un doloroso lutto che gli impedisce di amare, ma l'incontro con il bellissimo modello dai tratti androgini lo lascia totalmente stregato. Un primo disastroso incontro sembrerebbe precludere qualsiasi cosa tra questi due uomini, se non fosse per l'aiuto dei loro amici. 
L'autrice in questo romanzo ci parla di numerosi temi, tra cui l'importanza della vera amicizia, un sentimento che, nonostante le difficoltà, riesce a rafforzarsi e ad andare oltre le incomprensioni, costituendo un fondamentale nucleo di conforto. Ci proietta nel dorato mondo della moda, mostrandoci il suo lato affascinante, ma anche le asprezze che lo caratterizzano e la severità con cui spesso vengono giudicati gli errori di chi cade. Ci mostra una grande passione per l'arte, attraverso la figura di Emily, pittrice determinata, talentuosa e comprensiva. Ci richiama alla mente la musica del grande David Bowie, idolo di Sim, le cui canzoni ci accompagnano in tutto il libro descrivendo alla perfezione il contenuto di ogni capitolo. 
“Sweet thing” è, dunque, un romanzo che trasmette efficacemente molte sensazioni, tra sensualità, dolcezza, desiderio di rivalsa, ironia, e che fa comprendere il desiderio di sentirsi amati, accettati, perdonati nonostante gli errori commessi, facendoci sentire Sim e Bast, con tutti i loro difetti e le loro imperfezioni, più vicini che mai: «Ogni volta che Bastian lo chiamava il suo ragazzo, una sensazione di leggerezza iniziava ad agitarsi nel suo petto. Era la stessa sensazione di libertà e gioia che gli ricordava i momenti vissuti in Francia, quando all'età di dieci anni correva per i campi di lavanda con il figlio della governante che gestiva lo chalet in Provenza. Bastian lo faceva sentire giovane, libero e amato. Non si erano ancora detti "ti amo", ma essere definito il "suo ragazzo" era il modo di Bastian di comunicare al mondo che gli apparteneva». 

VALUTAZIONE: 4/5

lunedì 5 ottobre 2020

“Nemici naturali” di Roan Parrish

TITOLO: Nemici naturali (Titolo originale: “Natural enemies”) 
AUTORE: Roan Parrish 
CASA EDITRICE: Quixote Edizioni 
GENERE: Contemporaneo 
TRADUTTORE: Alessia Esposito 
Pur nella sua brevità, “Nemici naturali” è un romanzo che mi ha particolarmente soddisfatto e che mi ha consentito di apprezzare il talento di un'autrice molto seguita e amata nel panorama romance. Roan Parrish, in poco più di un centinaio di pagine, è riuscita a condensare una storia intrigante e romantica, ricca di spunti di riflessione e tematiche importanti, e che vede come protagonisti due giovani botanici, Stefan Albemarle e Milo Rios, dalle personalità quasi contrapposte. 
Il romanzo, attraverso i punti di vista alternati in prima persona, ci trascina subito nel mondo interiore di questi due uomini. 
Milo Rios svolge con passione il suo lavoro di capo della programmazione al Brooklyn Botanic Garden: è un ragazzo estroverso che ama il contatto con le persone e cerca di fare in modo che chiunque venga nel suo giardino botanico possa avvicinarsi con semplicità e curiosità al mondo delle piante, un mondo che lui adora più di ogni altra cosa e nel quale si immerge completamente: «Era stata la lezione più potente della mia vita: solo perché qualcosa non è rigoglioso, non significa che non possa esserlo dandogliene l'occasione». 
Per Milo la botanica è, dunque, uno strumento importante che, se bene utilizzato, può consentire di migliorare la vita di ognuno, Per questo motivo sfrutta le proprie abilità e conoscenze mettendole a disposizione degli studenti dell'Erasmus con i quali svolge delle sessioni di semina per aiutarli a coltivare piante che possano abbellire e rendere più vivibili i propri quartieri: «ll dono di coltivare qualcosa e farlo vivere era un miracolo che volevo condividere con i ragazzi che avevo raggruppato. Perché far nascere qualcosa significava che potevi farlo con te stesso, se mai ne avessi avuto bisogno». 
Stefan Albemarle è, al contrario, un uomo riservato e chiuso. Lavora in un laboratorio che si occupa di ricerca in ambito botanico per finalità mediche e farmaceutiche. Ciò che ama delle piante è dunque, la possibilità di andare oltre l'esistente e l'ordinario attraverso esperimenti e innesti: «La soddisfazione maggiore della mia vita era vedere gli schemi ricorrenti che governavano il mondo. La semplice matematica dietro alle gloriose esplosioni di fiori e foglie. Era l'unica cosa su cui potessi fare affidamento. Le persone non erano governate da simili schemi. Erano imprevedibili. Inconoscibili». 
Per Stefan il rapporto con le altre persone è sempre stato problematico: si è sempre sentito distante dagli altri e, nonostante si comportasse cercando di assecondare le loro aspettative, sapeva che non sarebbe comunque riuscito a ottenere la loro approvazione. Per questo motivo, si è isolato e ha cercato di concentrare i propri sforzi su obiettivi e risultati lavorativi, gli unici pilastri di riferimento della propria vita. 
L'incontro iniziale tra Stefan e Milo si traduce in un vero e proprio scontro durante una visita guidata al giardino botanico, un'antipatia basata su un'impressione superficiale che, tuttavia, viene ben presto superata nel momento in cui Milo impara a comprendere gli atteggiamenti di Stefan: «Le sue parole erano altezzose, ma si passò una mano sul petto, come se fosse alla ricerca di fili vaganti o granelli di polvere. Un gesto nervoso che diceva che, nonostante sembrasse composto, non era sempre stato così. Un gesto che diceva che la sua preoccupazione per la pianta era ansia, non disprezzo, L'ansia di un uomo abituato a essere deluso dalle persone, abituato a non potersi fidare di nessuno». 
Con una scrittura elegante e precisa l'autrice ci introduce con maestria nel mondo botanico di Milo e Stefan, mostra i loro punti di vista spesso divergenti su vari aspetti delle piante e si insinua con audacia tra le pieghe dirompenti della passione erotica che scoppia tra i due botanici, una forte attrazione che irrompe distruggendo l'autocontrollo cui Stefan si era sempre aggrappato: «Ora sapevo che il suo bacio era come una diga di autocontrollo che si infrange sulle rocce del desiderio: libero e caotico e necessario». 
La passione si tramuta presto in un rapporto più profondo che in qualche modo modifica il loro modo di pensare e di guardare alle rispettive vite. Nella diversità dei rispettivi caratteri, Milo e Stefan mostrano molti più punti di contatto di quanto potessero immaginare: amano la possibilità di poter cambiare le cose attraverso la botanica, pur se con approcci diversi (Stefan cercando la rarità, Milo amando la specialità nell'ordinarietà), hanno sempre avuto paura di deludere le aspettative altrui e si sono sempre sentiti giudicati dagli altri, Milo per il suo aspetto trasandato, che dava a tutti l'idea di non sapere di cosa stesse parlando, e Stefan per il fatto di non rispettare ciò che il mondo si aspetta dagli uomini di colore. E l'amore per le piante inevitabilmente li unisce. 
“Nemici naturali” è, dunque, un piccolo gioiello, un romanzo che ci parla di sentimenti e passioni, e ci mostra come due personalità distanti possano trovare punti di contatto, attraverso una connessione fisica e e mentale in grado di stravolgere le rispettive prospettive di vita, facendo fiorire un legame personale e professionale. 

VALUTAZIONE: 4+/5

venerdì 25 settembre 2020

“Da uomo a uomo” di Seth King

TITOLO: Da uomo a uomo (Titolo originale: “Male/Male”) 
AUTORE: Seth King 
CASA EDITRICE: Quixote Edizioni 
GENERE: Contemporaneo 
TRADUTTORE: Alessia Esposito 
“Da uomo a uomo” è un romanzo che non ho difficoltà a definire unico nel panorama del romance male to male, un libro dalle tante sfaccettature e che, pur nella dolcezza di una storia d'amore, non esita a trasmettere messaggi sferzanti senza voler essere a tutti i costi consolatorio. 
Talon Cooper e Alexander Mendes, i due protagonisti, sono espressione di due mondi che appaiono agli antipodi, ma che finiscono per incrociarsi, influenzandosi e migliorandosi a vicenda. 
Talon è uno scrittore in crisi, il suo talento creativo sembra aver subito una battuta d'arresto e i suoi ultimi romanzi hanno avuto un riscontro di pubblico sempre più scarso, persino fra i lettori più affezionati che considerano poco autentiche le storie d'amore da lui narrate. Gli manca quell'ispirazione che lo aveva accompagnato brillantemente all'inizio della sua carriera e si convince che un modo per ritrovare il successo (e i soldi per l'affitto) sia quello di impegnarsi in un nuovo genere, il romance male to male, che sta registrando una crescente popolarità. Il problema è che lui, che si identifica come eterosessuale, non saprebbe come descrivere una storia d'amore tra due uomini. 
L'incontro con Alexander, scrittore omosessuale e attivista molto impegnato nell'ambito della comunità LGBT, dovrebbe consentirgli di ottenere tutte quelle informazioni necessarie per poter scrivere un buon gay romance. In realtà, quell'incontro e la successiva amicizia con Alexander stravolgeranno in meglio la vita di Talon facendogli acquisire nuove consapevolezze circa i suoi sentimenti e la sua sessualità. 
Seth King ha dato vita a un romanzo profondamente introspettivo e denso di riflessioni, quasi un viaggio all'interno delle menti di Talon e Alexander, due protagonisti carismatici che dominano quasi completamente la scena e calamitano l'attenzione del lettore fino alla fine. 
Tenero e malinconico è il modo con cui Talon descrive se stesso, il suo aggrapparsi a quelle che considera certezze circa il suo modo di essere, mentre combatte contro il timore di affrontare sentimenti che aveva inconsapevolmente represso e che riemergono nel momento in cui si ritrova ad essere catturato dal fascino di Alexander: «Sono uno strambo riservato con emozioni intense che ama stare da solo con i propri libri e vive in una casa più disordinata di una in cui vivrebbe un bambino ... Non esattamente materiale per Match.com. E sono anche uno scrittore ... Ho un cuore selvaggio che sa amare solo in modo estremo e in qualche modo troppo, ma non abbastanza, pieno di difetti e colori troppo vividi e strade senza uscite». 
L'autore non esita a mostrare tutte le paure e i tormenti di Talon di fronte alle sue nuove consapevolezze, paure che man mano cedono il posto a un crescente entusiasmo, mentre Alexander lo introduce all'interno della comunità LGBT e gli mostra tanti aspetti che aveva sempre ignorato: «Ero così spaventato, ma il modo in cui ha il controllo della sua diversità mi fa desiderare di essere abbastanza coraggioso da voler prendere le redini della mia diversità. Siamo entrambi giovani e vivi e liberi … cosa abbiamo da perdere? Evoca in me una calma grande come il mondo, accende un uragano che trova posto solo nel mio cuore». 
Alexander è, a sua volta, un personaggio complesso che mostra una visione chiara e precisa di quali siano i problemi e i pregiudizi di cui gli omosessuali devono farsi carico, consapevole dell'impegno che uno scrittore deve affrontare nel caso in cui voglia cimentarsi nella scrittura di una storia d'amore gay che risulti credibile: «“Non fare il martire,” dice. “Non è quello che ho detto. Non sono la polizia artistica, e amo i libri gay. È solo che, se vuoi provarci, probabilmente dovresti informarti. E farlo bene. Farai meglio a imparare cosa vuol dire uscire e non sentirti il benvenuto ogni singolo giorno della tua vita”». 
Alexander nasconde un intenso struggimento interiore, un dolore lacerante legato ai ricordi di un'infanzia in cui ha dovuto subire diverse discriminazioni, cercando in tutti i modi di non farsi sopraffare: «Non poteva dire a un bambino che molte persone là fuori si sarebbero messe contro di me, dal primo all'ultimo momento. Non poteva dire a un bambino che in qualsiasi gruppo di ragazzi, sarei sempre stato spinto in fondo all'ordine sociale … e poi sarei stato calpestato senza pietà». 
È impossibile non provare ammirazione per la capacità di questo ragazzo (nel quale non riesco a non identificare l'autore stesso) di andare avanti nonostante le offese, i pregiudizi, le delusioni ricevute da parte di amanti che lo hanno abbandonato, e di continuare a esprimere attraverso la scrittura una sensibilità unica e il desiderio di amare: «Sai, quando ero molto giovane ho dovuto prendere una decisione: la mia vita faceva schifo, e ho dovuto decidere se volevo farmi affossare o meno. Quindi ho allontanato tutto dalla mia mente e mi sono detto che andava tutto bene. Ho continuato a nuotare. Ho la sensazione che abbiamo tutti due scelte in questo mondo: affondare o nuotare. Ottimismo o pessimismo. Io sono ancora in fase freestyle». 
“Da uomo a uomo” è, dunque, una delicata e poetica storia d'amore in cui l'autore delinea con naturalezza non solo l'evoluzione dei sentimenti tra Talon e Alexander, che stringono un legame sempre più forte, ma anche il percorso di crescita interiore di Talon che, nel tentativo di portare a termine il suo romanzo, vede quella storia scriversi sulla sua pelle e acquisisce una maggior consapevolezza delle proprie sensazioni. Il romanzo è, infine, un importante strumento di protesta contro ogni discriminazione, un modo per far comprendere cosa significhi per la comunità LGBT vivere quotidianamente assurdi pregiudizi per il semplice fatto di essere se stessi: «L'omofobia e il razzismo sono ovviamente due cose molto diverse, ma hanno un'origine comune: l'ignoranza. Il movimento per l'uguaglianza LGBTQ è decenni indietro rispetto ad altri movimenti, La Legge sui diritti civili del 1964 ha reso illegale discriminare qualcuno a causa della razza, cosa ovviamente fantastica … ma non c'è assolutamente nulla per proteggere le persone con diversi orientamenti sessuali o espressioni di genere della stessa cosa» … «Il vostro trofeo è non doversi mai preoccupare di dove andrete o di come vi guarderanno le persone o come reagiranno quando ci arriverete».

VALUTAZIONE 5/5

mercoledì 23 settembre 2020

“Solo per una notte” di Nicolas Bendini

TITOLO: “Solo per una notte” (Titolo originale: “Juste pour une nuit”) 
AUTORE: Nicolas Bendini 
CASA EDITRICE: Playground Syncro/Europa 
GENERE: Narrativa 
Con “Solo per una notte”, uno dei romanzi della collana di narrativa LGBT Syncro/Europa (Playground), ci troviamo a Parigi, nel Liceo Pascal, in cui il diciottenne Mathieu Varenne deve dividersi tra la paura di svelare la propria omosessualità e il desiderio di vivere fino in fondo i propri impulsi naturali. Un giorno, all'uscita da scuola, il ragazzo incontra Goran Klasic, attraente e talentuoso centravanti croato del Paris Saint-Germain, la sua squadra del cuore: il calciatore lo riaccompagna a casa a bordo della sua lussuosa auto e gli chiede addirittura di scambiarsi i numeri di cellulare, un evento che, come pensa Mathieu, “succede solo nei film” e che rimane impresso nei suoi pensieri. 
Mathieu è un ragazzo timido che, anche a causa dei condizionamenti paterni, non può fare a meno di sentirsi antico, soprattutto nel momento in cui si pone a confronto con i suoi compagni. Goran si mostra, invece, almeno in apparenza, arrogante e prepotente, un giocatore di grandi doti, ma la cui carriera è condizionata da un carattere difficile e da frequenti colpi di testa. I due avranno modo di incontrarsi più volte e di instaurare un rapporto piuttosto turbolento e contrastato: «A quella domanda Mathieu si paralizza. Per due giorni non ha fatto altro che immaginarsi dialoghi brillanti, corteggiamenti romantici. Li aveva persino sceneggiati. Ed ora si trova a dover fronteggiare quell'atteggiamento irritante che a volte Goran ha anche sul campo, quando irride gli avversari con qualche tunnel di troppo o quando si ostina a non passare la palla. Stronzo sul campo e stronzo nella vita». 
Più che una storia d'amore, “Solo per una notte” è un racconto di formazione e di acquisizione di maggior consapevolezza della propria sessualità, in cui hanno un ruolo importante i compagni di scuola del giovane parigino, con il loro carico di sentimenti contrastanti, di ingenua generosità, di sfrontato coraggio, di leggera perfidia: il diligente Simon, con cui Mathieu ha le prime esperienze sessuali, il generoso Samuel e la determinata Fatima, che non esitano ad aiutare il loro amico nei momenti di difficoltà e ad accettare la sua sessualità. 
Con una scrittura semplice e senza particolari slanci, dialoghi veloci e incisivi e una buona introspezione, “Solo per una notte” è un romanzo complessivamente gradevole, uno spaccato di reale vita adolescenziale condito con il sogno dell'incontro con il proprio idolo calcistico, un sogno che spesso cela una realtà non propriamente idilliaca, ma che aiuta comunque a realizzare il proprio percorso di crescita interiore. 

VALUTAZIONE: 3,5/5