lunedì 5 ottobre 2020

“Nemici naturali” di Roan Parrish

TITOLO: Nemici naturali (Titolo originale: “Natural enemies”) 
AUTORE: Roan Parrish 
CASA EDITRICE: Quixote Edizioni 
GENERE: Contemporaneo 
TRADUTTORE: Alessia Esposito 
Pur nella sua brevità, “Nemici naturali” è un romanzo che mi ha particolarmente soddisfatto e che mi ha consentito di apprezzare il talento di un'autrice molto seguita e amata nel panorama romance. Roan Parrish, in poco più di un centinaio di pagine, è riuscita a condensare una storia intrigante e romantica, ricca di spunti di riflessione e tematiche importanti, e che vede come protagonisti due giovani botanici, Stefan Albemarle e Milo Rios, dalle personalità quasi contrapposte. 
Il romanzo, attraverso i punti di vista alternati in prima persona, ci trascina subito nel mondo interiore di questi due uomini. 
Milo Rios svolge con passione il suo lavoro di capo della programmazione al Brooklyn Botanic Garden: è un ragazzo estroverso che ama il contatto con le persone e cerca di fare in modo che chiunque venga nel suo giardino botanico possa avvicinarsi con semplicità e curiosità al mondo delle piante, un mondo che lui adora più di ogni altra cosa e nel quale si immerge completamente: «Era stata la lezione più potente della mia vita: solo perché qualcosa non è rigoglioso, non significa che non possa esserlo dandogliene l'occasione». 
Per Milo la botanica è, dunque, uno strumento importante che, se bene utilizzato, può consentire di migliorare la vita di ognuno, Per questo motivo sfrutta le proprie abilità e conoscenze mettendole a disposizione degli studenti dell'Erasmus con i quali svolge delle sessioni di semina per aiutarli a coltivare piante che possano abbellire e rendere più vivibili i propri quartieri: «ll dono di coltivare qualcosa e farlo vivere era un miracolo che volevo condividere con i ragazzi che avevo raggruppato. Perché far nascere qualcosa significava che potevi farlo con te stesso, se mai ne avessi avuto bisogno». 
Stefan Albemarle è, al contrario, un uomo riservato e chiuso. Lavora in un laboratorio che si occupa di ricerca in ambito botanico per finalità mediche e farmaceutiche. Ciò che ama delle piante è dunque, la possibilità di andare oltre l'esistente e l'ordinario attraverso esperimenti e innesti: «La soddisfazione maggiore della mia vita era vedere gli schemi ricorrenti che governavano il mondo. La semplice matematica dietro alle gloriose esplosioni di fiori e foglie. Era l'unica cosa su cui potessi fare affidamento. Le persone non erano governate da simili schemi. Erano imprevedibili. Inconoscibili». 
Per Stefan il rapporto con le altre persone è sempre stato problematico: si è sempre sentito distante dagli altri e, nonostante si comportasse cercando di assecondare le loro aspettative, sapeva che non sarebbe comunque riuscito a ottenere la loro approvazione. Per questo motivo, si è isolato e ha cercato di concentrare i propri sforzi su obiettivi e risultati lavorativi, gli unici pilastri di riferimento della propria vita. 
L'incontro iniziale tra Stefan e Milo si traduce in un vero e proprio scontro durante una visita guidata al giardino botanico, un'antipatia basata su un'impressione superficiale che, tuttavia, viene ben presto superata nel momento in cui Milo impara a comprendere gli atteggiamenti di Stefan: «Le sue parole erano altezzose, ma si passò una mano sul petto, come se fosse alla ricerca di fili vaganti o granelli di polvere. Un gesto nervoso che diceva che, nonostante sembrasse composto, non era sempre stato così. Un gesto che diceva che la sua preoccupazione per la pianta era ansia, non disprezzo, L'ansia di un uomo abituato a essere deluso dalle persone, abituato a non potersi fidare di nessuno». 
Con una scrittura elegante e precisa l'autrice ci introduce con maestria nel mondo botanico di Milo e Stefan, mostra i loro punti di vista spesso divergenti su vari aspetti delle piante e si insinua con audacia tra le pieghe dirompenti della passione erotica che scoppia tra i due botanici, una forte attrazione che irrompe distruggendo l'autocontrollo cui Stefan si era sempre aggrappato: «Ora sapevo che il suo bacio era come una diga di autocontrollo che si infrange sulle rocce del desiderio: libero e caotico e necessario». 
La passione si tramuta presto in un rapporto più profondo che in qualche modo modifica il loro modo di pensare e di guardare alle rispettive vite. Nella diversità dei rispettivi caratteri, Milo e Stefan mostrano molti più punti di contatto di quanto potessero immaginare: amano la possibilità di poter cambiare le cose attraverso la botanica, pur se con approcci diversi (Stefan cercando la rarità, Milo amando la specialità nell'ordinarietà), hanno sempre avuto paura di deludere le aspettative altrui e si sono sempre sentiti giudicati dagli altri, Milo per il suo aspetto trasandato, che dava a tutti l'idea di non sapere di cosa stesse parlando, e Stefan per il fatto di non rispettare ciò che il mondo si aspetta dagli uomini di colore. E l'amore per le piante inevitabilmente li unisce. 
“Nemici naturali” è, dunque, un piccolo gioiello, un romanzo che ci parla di sentimenti e passioni, e ci mostra come due personalità distanti possano trovare punti di contatto, attraverso una connessione fisica e e mentale in grado di stravolgere le rispettive prospettive di vita, facendo fiorire un legame personale e professionale. 

VALUTAZIONE: 4+/5

Nessun commento:

Posta un commento