SERIE: Thrust into Love #1
AUTORE: DJ Jamison
CASA EDITRICE: Self Publishing (Quixote Translations)
GENERE: Contemporaneo
TRADUTTORE: Alex Krebs
“Il miglior amico di mio padre” è il primo volume di un’interessante serie di D.J. Jamison intitolata “Thrust into Love” e ambientata nell’università di Hayworth in Kansas. In questo primo romanzo incontriamo Cooper Rutledge e Trace Laurie, due intriganti protagonisti che si riveleranno una coppia decisamente ben assortita, a dispetto del considerevole divario di età. La storia ha uno sviluppo originale ed è incentrata sulle dinamiche relazionali basate sul cosiddetto “daddy kink”, in cui il componente più anziano della coppia assume il ruolo di daddy con il compito di prendersi cura del suo ragazzo.
Cooper è poco più che ventenne e non sa ancora quale direzione dare alla sua vita. I suoi studi universitari procedono a stento, sente di essere una continua fonte di delusione per suo padre, ma non vuole allontanarsi per non commettere lo stesso errore di sua madre che li ha abbandonati anni prima. Trace, un architetto paesaggista, sta tornando ad Hayworth dopo parecchio tempo per tenere una conferenza su invito di Matthew, padre di Cooper e rettore dell’università. Tra i due amici vi sono state alcune incomprensioni in passato che hanno messo in crisi il loro rapporto, ma ora Matthew sembra intenzionato a chiedere scusa per gli errori commessi e a riprendere la loro amicizia. Intanto, Trace vorrebbe trascorrere una serata rilassante dopo il lungo viaggio, ma quando attraverso un’app di incontri contatta Cooper e si rende conto che si tratta del figlio del suo amico, vorrebbe allontanarlo ed evitare tentazioni. Ma l’esuberanza del ragazzo e la reciproca attrazione saranno tali da spingerli a instaurare un legame profondo che si rivelerà un’occasione di crescita personale per entrambi.
Questo romanzo mi ha colpito molto per la componente introspettiva ben strutturata e per i protagonisti delineati con grande efficacia. Cooper è un ragazzo in apparenza esuberante e malizioso, ma dietro la sua facciata sfrontata e menefreghista nasconde una grande vulnerabilità e una profonda generosità. Lo studio universitario non è nelle sue corde, ma si sente frustrato all’idea di continuare a deludere suo padre, che sembra imporgli le sue aspettative su ciò che è meglio per lui e non su ciò che desidera davvero. La partecipazione a un concorso per confraternite per la realizzazione di progetti di ristrutturazione di case per persone bisognose è l’occasione per mostrare il proprio talento e la sua vera passione, ma anche in questo caso Cooper si convince di non essere all’altezza. Anche Trace è un uomo generoso e altruista che cerca di gestire la crisi della sua attività avendo come principale obiettivo il benessere dei suoi dipendenti. Riesce a incarnare perfettamente il ruolo del daddy fin dal suo primo incontro con Cooper, nel momento in cui riscopre dentro di sé il desiderio di proteggere e sostenere qualcuno. È rimasto molto ferito dall’atteggiamento passato del suo miglior amico e ora deve cercare di dividersi tra la paura di perderlo di nuovo e il desiderio che prova per Cooper.
Ho apprezzato molto il modo con cui l’autrice ha sviluppato il rapporto tra Cooper e Trace, mettendo in evidenza non solo la componente erotica, comunque importante, ma anche la capacità di Trace di dare a Cooper la giusta motivazione per impegnarsi e realizzare i suoi obiettivi, non facendogli mai mancare la sua totale approvazione. Cooper vede nel suo daddy qualcuno che lo sprona a fare soltanto ciò che è realmente meglio per lui e lo fa sentire gratificato e appagato. La loro relazione deve sopravvivere a tanti ostacoli, tra cui la lontananza e il timore di essere scoperti, ma questo non fa altro che far aumentare il bisogno che nutrono l’uno per l’altro.
“Il miglior amico di mio padre” è un bel romanzo, intenso, ricco di dolcezza e sensualità, un rapporto tra daddy e ragazzo che va oltre i soliti stereotipi, ma sviluppato in modo originale mettendo in evidenza il reciproco bisogno e sostegno.
VALUTAZIONE 4,5/5
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