giovedì 4 marzo 2021

“Una tata per Nate” di Lisa Worrall

TITOLO: Una tata per Nate (Titolo originale: “A Nanny for Nate”) 
AUTORE: Lisa Worrall 
CASA EDITRICE: Triskell Edizioni 
GENERE: Contemporaneo 
TRADUTTORE: Barbara Belleri 
"Una tata per Nate" è un breve romanzo di Lisa Worrall, che in poche pagine è riuscita a creare una storia dolce ed edificante, che narra di una rinascita dopo un drammatico lutto. 
Parker Adams, un giovane avvocato, ha perso suo marito Darren poco più di un anno prima, investito da un’auto mentre andava in bicicletta di sera. Il dolore per la perdita di un uomo che ha amato con tutto se stesso si unisce al rimpianto per non essergli stato vicino mentre era in fin di vita e per non aver fatto abbastanza per convincerlo a sistemare le luci della sua bicicletta, al punto che di notte è tormentato dagli incubi in cui crede di sentire la voce del marito. 
Parker si impegna al massimo nel suo lavoro di avvocato, anche per garantire al loro figlioletto di sette anni, Nate, tutto ciò che serve. Il lavoro, quindi, lo tiene spesso lontano da casa, costringendolo ad affidare Nate ad Ellie, una vicina che sa gestire molto bene i bambini. Tutto questo fino a quando Ellie non è costretta a trasferirsi per motivi familiari. A quel punto Parker, su insistente suggerimento della sua vicina, inizia a cercare una tata che viva con loro tutto il tempo e che dia al bambino una certa stabilità: per circostanze "fortuite", indirizzate dal piccolo Nate, nell’esistenza di Parker irrompe Jake Walsh, ragazzo molto attraente, che si rivela bravissimo nella gestione casalinga. Ma per Parker il ragazzo diventa da subito qualcosa di più di una semplice "tata" alle sue dipendenze: non c’è solo l’attrazione tra i due che si fa sempre più irresistibile, ma anche la consapevolezza di quanta luce abbia portato Jake nelle vite di Parker e di suo figlio. Il suo cuore oppresso dal senso di colpa e dalla paura di tradire Darren dovrà cercare di aprirsi a Jake, altrimenti rischierà di perdere anche lui. 
L'autrice, con una scrittura semplice e accattivante, riesce a trattare con la giusta leggerezza temi importanti, delineando con efficacia i quattro protagonisti di questa storia. Parker riesce a essere generoso con gli altri, ma molto severo con se stesso, è forse l’unico a credere di non essere un buon padre, convinto di dover fare tutto da solo senza chiedere aiuto. Jake è solare, affascinante, ironico, bravo nel gestire tutto ciò che riguarda il piccolo Nate, nei cui confronti nutre da subito un grande affetto: «Osservando il proprio riflesso nello specchietto, il suo sorriso si allargò così come la sua eccitazione. Sua madre aveva ragione … chi poteva capire i bambini meglio di un bambino che non era mai cresciuto?». Nate è un bambino dolce e intelligente, che adora suo padre Parker, soffre per il fatto di non vederlo spesso e di non poter mai parlare dell’altro suo padre Darren, forse è il primo a capire quanta importanza potrebbe avere l’arrivo di Jake. Infine, Darren è il marito scomparso, un uomo di grande cuore e di spiccata ironia che rivediamo attraverso i ricordi dei suoi amati Parker e Nate e la cui “voce” avrà un ruolo molto importante nella storia. 
Nel breve romanzo si parla, dunque, di famiglie omogenitoriali e, inevitabilmente, anche di lotta contro i pregiudizi, considerato che non tutti riescono ancora ad accettare che due padri possano crescere con amore un bambino: «Gli sarebbe piaciuto andare da Billy Potts e mostrargli cos’era veramente un labbro rotto, ma sapeva che le parole che il bambino aveva usato non erano sue. Nessuno nasce bigotto, ma è qualcosa che si impara crescendo». 
Ma “Una tata per Nate” è, soprattutto, un romanzo che mostra la capacità di trovare un equilibrio nei propri sentimenti, il tentativo di acquisire la consapevolezza che aver amato qualcuno che non c’è più non impedisce di trovare ancora la felicità. Anzi è proprio quell'amore a dover dare la forza per andare avanti: «Il suo credo personale diceva che non dovevi avere paura di ricordare coloro che avevi perso. Bisognava essere capaci di parlare di loro, prima con le lacrime e poi con la gioia». 

VALUTAZIONE: 4/5

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