giovedì 26 marzo 2020

"Parole" di John Inman

TITOLO: “Parole” (Titolo originale: “Words”)
AUTORE: John Inman
CASA EDITRICE: Dreamspinner Press
GENERE: Romantic Suspense
TRADUTTORE: Sara Linda Benatti
Un killer freddo e spietato, pervaso da un particolare senso di giustizia; una storia d'amore dolce e intensa che nasce e si sviluppa attraverso la passione per la scrittura; un mondo letterario che sa unire e avvolgere con calore i suoi scrittori, lettori, recensori, ma che deve fronteggiare schegge impazzite che sembrano voler solo irridere quella passione. Sono questi gli ingredienti di “Parole” di John Inman, un romanzo avvincente e romantico, pregevole nel suo stile accurato che lo pone a un livello qualitativo superiore alla media.
Protagonisti della storia d'amore sono lo scrittore Milo Cook e il recensore ed editor Logan Hunter, il luogo del loro incontro una libreria di Coronado, una penisola nella baia di San Diego in California, lo scenario di quasi tutta la vicenda narrata. È un momento particolarmente deprimente per Milo, seduto a un tavolo della libreria per il firmacopie del suo ultimo romanzo con un deserto di lettori intorno, un momento che viene rinfrancato dall'arrivo dell'affascinante Logan, che conosce molto bene le opere di Milo, avendole recensite favorevolmente nel suo blog, e non lesina complimenti allo scrittore invitandolo a pranzo. Dall'attrazione iniziale nasce un legame di amicizia da cui scaturisce un sentimento sempre più profondo.
Come ho accennato sopra, un elemento che contraddistingue questo romanzo è lo stile preciso e accurato che dà vita a una scrittura elegante, fluida, solida, capace di descrivere in modo suggestivo e poetico i luoghi che fanno da sfondo alla narrazione, cogliendo i dettagli importanti senza dilungarsi eccessivamente e intersecandoli con le sensazioni dei protagonisti:
        “Nel grigiore del crepuscolo, mentre il sole sprofondava oltre l'orizzonte, la scia infuocata della nave ritornò bianca. Attorno a loro alla fine cominciò a calare l'oscurità e i lampioni tornarono in vita, scacciando le ombre. […] In qualsiasi altro giorno, e in compagnia di chiunque altro, lui avrebbe potuto rammaricarsi di veder fuggire quelle ombre. Avrebbe potuto apprezzare l'anonimato che offrivano”.
L'autore ha cesellato abilmente i protagonisti mostrandoli, attraverso i punti di vista alternati in terza persona, in tutte le loro sfumature di carattere: difficile non rimanere colpiti dall'ironia a tratti pungente di Milo, che spesso viene sovrastata da una dolcezza disarmante e da un solare ottimismo, nel tentativo di nascondere un'ansia sociale con cui deve combattere da anni. Allo stesso tempo è assai improbabile non rimanere conquistati dalla generosità a volte malinconica di Logan che vuole ricominciare a vivere, ma deve lottare contro i sensi di colpa verso chi è andato via dalla sua vita. Due caratteri che si fondono dando vita a un insieme di amore, sostegno reciproco e dolce e giocosa sensualità.
La loro vicenda si alterna alle immagini di un inquietante serial killer nella cui mente lucida e perversa il lettore viene catapultato attraverso un lungo e contorto peregrinare: questa singolare figura viene tratteggiata in modo volutamente ambiguo, ma lasciando trasparire una fredda razionalità quasi disturbante, in una scia di mistero che accompagna la sua missione purificatrice del mondo letterario contro chi utilizza le parole in modo distorto. Una missione che inevitabilmente finisce per aver impatto sulla serenità di Milo e Logan e di chi li circonda.
Molto interessante e attuale è la rappresentazione che l'autore dà dell'ambiente letterario, un luogo di scambio culturale e di incontro tra persone di età e ceti diversi, uniti dal solo amore per la lettura:
         “Il gruppo sembrava coprire l'intero spettro sociale, andando dai danarosi ai poco abbienti, dai giovani agli anziani, e passando per quelli nel mezzo. Come sempre, era la loro devozione alla lettura ad averli messi assieme. Lo status sociale non aveva niente a che fare con quell'interesse. Quello era un aspetto di chi amava i libri che gli dava sempre speranza per la specie umana”.
Il punto nodale del romanzo sono, comunque, le “parole”, il modo con cui vengono usate per giudicare i romanzi letti, quelle recensioni che a volte possono aiutare lo scrittore a crescere e migliorarsi, ma altre volte possono ferire profondamente e distruggere intere carriere. Il messaggio importante che l'autore sembra voler far trasparire è la necessità del rispetto del lavoro letterario altrui al di là dei gusti personali. E su questo aspetto i punti di vista di Milo e Logan convergono nettamente:
         (Milo) - “Nulla poteva distruggere uno scrittore in maniera più letale di una cattiva recensione. E alla lettera, in certi casi. Lui sapeva di una povera anima che aveva bevuto una bottiglia di varechina dopo una recensione particolarmente crudele, il che, dal suo punto di vista, era spingere la sensibilità artistica un po’ troppo oltre
       (Logan) - “Qualcuno ha messo un sacco di sforzi nel realizzare il libro che stanno facendo a pezzi, e non ha nessun senso strappare il cuore all'autore solo perché a un recensore non piace il modo in cui il libro è stato scritto
Parole” rappresenta, dunque, una perfetta commistione di suspense, romanticismo, lucida analisi dell'ambiente letterario, in grado di coinvolgere l'attenzione del lettore fino all'ultima pagina e che si pone a buon diritto tra le mie letture preferite.

VALUTAZIONE: 5/5


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