venerdì 16 ottobre 2020

“Sweet Thing” di Isobel Starling

TITOLO: Sweet Thing (Titolo originale: “Sweet Thing”) 
AUTORE: Isobel Starling 
CASA EDITRICE: Quixote Edizioni 
GENERE: Contemporaneo 
TRADUTTORE: Alice Arcoleo
Isobel Starling è un'autrice a cui sono particolarmente affezionato, avendo amato molto la sua serie Shatterproof bond, dedicata al legame indissolubile tra Sam e Declan e alle loro avventure tra Londra e la Scozia. 
Tuttavia, anche in questo romanzo l'autrice è riuscita ad appassionarmi con una scrittura intrigante e una storia interessante e sorprendente. “Sweet thing”, infatti, non è solo una storia d'amore sofferta, ma anche il percorso di guarigione di due uomini, Simeon e Bastian, entrambi con un pesante bagaglio sulle spalle. 
Simeon Duchamp è un modello la cui vita, fin da adolescente, è stata contraddistinta dagli eccessi e da una dipendenza da droga, alcol e internet, una dipendenza che lo ha spinto a fare del male al suo miglior amico Pieter e farsi terra bruciata intorno. Dopo un lungo periodo di disintossicazione in una clinica svizzera, in cui gli viene diagnosticato un disturbo del controllo degli impulsi, Sim torna a vivere a Berlino e cerca di intraprendere un'esistenza più sana, riprendendo il suo lavoro di modello e tentando di riallacciare i suoi rapporti con Pieter - di cui è sempre stato innamorato ma non corrisposto – e con la compagna di quest'ultimo, la pittrice Emily. 
Bastian Roth è un uomo d'affari la cui passione principale è la ristrutturazione di edifici storici. Su di lui pesa un passato difficile con una figura paterna ingombrante, severa e omofoba e un doloroso lutto che gli impedisce di amare, ma l'incontro con il bellissimo modello dai tratti androgini lo lascia totalmente stregato. Un primo disastroso incontro sembrerebbe precludere qualsiasi cosa tra questi due uomini, se non fosse per l'aiuto dei loro amici. 
L'autrice in questo romanzo ci parla di numerosi temi, tra cui l'importanza della vera amicizia, un sentimento che, nonostante le difficoltà, riesce a rafforzarsi e ad andare oltre le incomprensioni, costituendo un fondamentale nucleo di conforto. Ci proietta nel dorato mondo della moda, mostrandoci il suo lato affascinante, ma anche le asprezze che lo caratterizzano e la severità con cui spesso vengono giudicati gli errori di chi cade. Ci mostra una grande passione per l'arte, attraverso la figura di Emily, pittrice determinata, talentuosa e comprensiva. Ci richiama alla mente la musica del grande David Bowie, idolo di Sim, le cui canzoni ci accompagnano in tutto il libro descrivendo alla perfezione il contenuto di ogni capitolo. 
“Sweet thing” è, dunque, un romanzo che trasmette efficacemente molte sensazioni, tra sensualità, dolcezza, desiderio di rivalsa, ironia, e che fa comprendere il desiderio di sentirsi amati, accettati, perdonati nonostante gli errori commessi, facendoci sentire Sim e Bast, con tutti i loro difetti e le loro imperfezioni, più vicini che mai: «Ogni volta che Bastian lo chiamava il suo ragazzo, una sensazione di leggerezza iniziava ad agitarsi nel suo petto. Era la stessa sensazione di libertà e gioia che gli ricordava i momenti vissuti in Francia, quando all'età di dieci anni correva per i campi di lavanda con il figlio della governante che gestiva lo chalet in Provenza. Bastian lo faceva sentire giovane, libero e amato. Non si erano ancora detti "ti amo", ma essere definito il "suo ragazzo" era il modo di Bastian di comunicare al mondo che gli apparteneva». 

VALUTAZIONE: 4/5

lunedì 5 ottobre 2020

“Nemici naturali” di Roan Parrish

TITOLO: Nemici naturali (Titolo originale: “Natural enemies”) 
AUTORE: Roan Parrish 
CASA EDITRICE: Quixote Edizioni 
GENERE: Contemporaneo 
TRADUTTORE: Alessia Esposito 
Pur nella sua brevità, “Nemici naturali” è un romanzo che mi ha particolarmente soddisfatto e che mi ha consentito di apprezzare il talento di un'autrice molto seguita e amata nel panorama romance. Roan Parrish, in poco più di un centinaio di pagine, è riuscita a condensare una storia intrigante e romantica, ricca di spunti di riflessione e tematiche importanti, e che vede come protagonisti due giovani botanici, Stefan Albemarle e Milo Rios, dalle personalità quasi contrapposte. 
Il romanzo, attraverso i punti di vista alternati in prima persona, ci trascina subito nel mondo interiore di questi due uomini. 
Milo Rios svolge con passione il suo lavoro di capo della programmazione al Brooklyn Botanic Garden: è un ragazzo estroverso che ama il contatto con le persone e cerca di fare in modo che chiunque venga nel suo giardino botanico possa avvicinarsi con semplicità e curiosità al mondo delle piante, un mondo che lui adora più di ogni altra cosa e nel quale si immerge completamente: «Era stata la lezione più potente della mia vita: solo perché qualcosa non è rigoglioso, non significa che non possa esserlo dandogliene l'occasione». 
Per Milo la botanica è, dunque, uno strumento importante che, se bene utilizzato, può consentire di migliorare la vita di ognuno, Per questo motivo sfrutta le proprie abilità e conoscenze mettendole a disposizione degli studenti dell'Erasmus con i quali svolge delle sessioni di semina per aiutarli a coltivare piante che possano abbellire e rendere più vivibili i propri quartieri: «ll dono di coltivare qualcosa e farlo vivere era un miracolo che volevo condividere con i ragazzi che avevo raggruppato. Perché far nascere qualcosa significava che potevi farlo con te stesso, se mai ne avessi avuto bisogno». 
Stefan Albemarle è, al contrario, un uomo riservato e chiuso. Lavora in un laboratorio che si occupa di ricerca in ambito botanico per finalità mediche e farmaceutiche. Ciò che ama delle piante è dunque, la possibilità di andare oltre l'esistente e l'ordinario attraverso esperimenti e innesti: «La soddisfazione maggiore della mia vita era vedere gli schemi ricorrenti che governavano il mondo. La semplice matematica dietro alle gloriose esplosioni di fiori e foglie. Era l'unica cosa su cui potessi fare affidamento. Le persone non erano governate da simili schemi. Erano imprevedibili. Inconoscibili». 
Per Stefan il rapporto con le altre persone è sempre stato problematico: si è sempre sentito distante dagli altri e, nonostante si comportasse cercando di assecondare le loro aspettative, sapeva che non sarebbe comunque riuscito a ottenere la loro approvazione. Per questo motivo, si è isolato e ha cercato di concentrare i propri sforzi su obiettivi e risultati lavorativi, gli unici pilastri di riferimento della propria vita. 
L'incontro iniziale tra Stefan e Milo si traduce in un vero e proprio scontro durante una visita guidata al giardino botanico, un'antipatia basata su un'impressione superficiale che, tuttavia, viene ben presto superata nel momento in cui Milo impara a comprendere gli atteggiamenti di Stefan: «Le sue parole erano altezzose, ma si passò una mano sul petto, come se fosse alla ricerca di fili vaganti o granelli di polvere. Un gesto nervoso che diceva che, nonostante sembrasse composto, non era sempre stato così. Un gesto che diceva che la sua preoccupazione per la pianta era ansia, non disprezzo, L'ansia di un uomo abituato a essere deluso dalle persone, abituato a non potersi fidare di nessuno». 
Con una scrittura elegante e precisa l'autrice ci introduce con maestria nel mondo botanico di Milo e Stefan, mostra i loro punti di vista spesso divergenti su vari aspetti delle piante e si insinua con audacia tra le pieghe dirompenti della passione erotica che scoppia tra i due botanici, una forte attrazione che irrompe distruggendo l'autocontrollo cui Stefan si era sempre aggrappato: «Ora sapevo che il suo bacio era come una diga di autocontrollo che si infrange sulle rocce del desiderio: libero e caotico e necessario». 
La passione si tramuta presto in un rapporto più profondo che in qualche modo modifica il loro modo di pensare e di guardare alle rispettive vite. Nella diversità dei rispettivi caratteri, Milo e Stefan mostrano molti più punti di contatto di quanto potessero immaginare: amano la possibilità di poter cambiare le cose attraverso la botanica, pur se con approcci diversi (Stefan cercando la rarità, Milo amando la specialità nell'ordinarietà), hanno sempre avuto paura di deludere le aspettative altrui e si sono sempre sentiti giudicati dagli altri, Milo per il suo aspetto trasandato, che dava a tutti l'idea di non sapere di cosa stesse parlando, e Stefan per il fatto di non rispettare ciò che il mondo si aspetta dagli uomini di colore. E l'amore per le piante inevitabilmente li unisce. 
“Nemici naturali” è, dunque, un piccolo gioiello, un romanzo che ci parla di sentimenti e passioni, e ci mostra come due personalità distanti possano trovare punti di contatto, attraverso una connessione fisica e e mentale in grado di stravolgere le rispettive prospettive di vita, facendo fiorire un legame personale e professionale. 

VALUTAZIONE: 4+/5