TITOLO: “Curva di apprendimento” (Titolo originale: “Learning Curve”)
SERIE: Lezioni di vita #4
AUTORE: Kaje Harper
CASA EDITRICE: Triskell Edizioni
GENERE: Contemporaneo; Poliziesco
SERIE: Lezioni di vita #4
AUTORE: Kaje Harper
CASA EDITRICE: Triskell Edizioni
GENERE: Contemporaneo; Poliziesco
TRADUTTORE: Cristina Bruni
Leggendo “Curva di apprendimento”, il capitolo conclusivo della serie “Lezioni di vita” di Kaje Harper, è inevitabile avere la sensazione che un cerchio si stia chiudendo e che molti nodi stiano per essere sciolti.
Le vite di Tony e Mac hanno subito drastici cambiamenti in meno di due anni; si sono incontrati per caso e innamorati, hanno dovuto affrontare paure e perdite prima di uscire allo scoperto come coppia, ma sono riusciti a rimanere insieme, forti di un legame indissolubile, creando una solida famiglia con i loro due bambini: «Era strano andare così indietro nel tempo. Neanche due anni, ma sembrava una vita intera analizzando tutti i cambiamenti. All'epoca era soltanto un nome scritto sulla lavagna nell'aula di Tony. All'epoca, non aveva ancora sfiorato la sua pelle, non lo aveva baciato. Ma sin dal primo momento c'era stata una forte connessione tra loro».
Tuttavia, per questi due uomini ci sono ancora alcuni ostacoli da superare. Un colpo di pistola alla testa durante un'indagine ha stravolto la vita di Mac procurandogli un danno cerebrale che ha compromesso le sue funzioni del linguaggio, funzioni che il detective ha cercato di recuperare attraverso un importante e faticoso percorso di riabilitazione con l'immancabile sostegno di Tony.
“Curva di apprendimento” narra, dunque, le vicende di Tony e Mac alle prese con l'ultima fase di tale percorso, forse quella più difficile, dovendo entrambi affrontare finalmente i propri timori e alcuni demoni del passato. In questo ultimo volume, infatti, l'autrice con la sua consueta bravura ci parla di un nuovo caso poliziesco che vede, in qualche modo, coinvolto un alunno di Tony. Ma questa volta più che l'intreccio delle indagini ciò che rileva è l'impatto emotivo sui due protagonisti, impatto che riusciamo a percepire attraverso una profonda introspezione.
Mac vuole ad ogni costo completare la riabilitazione, tornare a rivestire i suoi panni di detective della Omicidi, riprendersi quel lavoro che lo fa sentire completo e realizzato, e in questa indagine cerca di rimettersi in gioco il più possibile, pur con i limiti di una guarigione non ancora completa. Si ritrova di nuovo combattuto, questa volta tra la paura di non riuscire più ad essere il bravo poliziotto di un tempo e il timore di ferire Tony, di farlo preoccupare, di rivelargli che nel profondo del suo animo la loro meravigliosa famiglia, pur occupando un posto fondamentale, potrebbe non essere sufficiente se non dovesse riuscire a riottenere il suo lavoro. Ma è consapevole che l'appoggio di suo marito non verrà mai meno, anche quando si tratterà di affrontare quella sua famiglia di origine di cui si è sempre rifiutato di parlare: «“Guarda lo specchio,” sussurrò. “Lì. Quel meraviglioso uomo massiccio e scuro, e quell'altro tizio più magro. Siamo io e te. Ed è fottutamente sexy, bellissimo e quasi perfetto. Vero, è gay quanto la parata di Pasqua, ma rimaniamo comunque e completamente due uomini veri. La tua famiglia può anche coprirci di insulti e volerci evitare, discriminare e tutto ciò che vuole, ma non potrà mai rendere tutto questo inferiore all'essere quasi perfetto, cazzo.”».
Tony ha sempre mostrato una grande determinazione nel difendere le persone che ama e nell'inseguire gli ideali in cui crede, ma questa volta ci mostra la sua fragilità, la paura di perdere l'uomo di cui è profondamente innamorato e con cui vorrebbe invecchiare, con la consapevolezza che, pur desiderandolo, non potrà impedirgli di tornare a fare il poliziotto. Dovrà affrontare questi suoi timori, così come dovrà ribadire la sua capacità di essere guida e sostegno per tutti quei giovani che scoprono la propria omosessualità e devono difendersi dal bullismo: «Hanno bisogno di qualcuno come il prof. Hart. Hanno bisogno di lui. Perché è dichiarato da anni. Ha sposato un altro uomo. Ha figli. Si fa avanti pubblicamente, ma ha una vita normale. Può dire “Ho passato quello che avete passato voi e faceva schifo, ma la vita può migliorare»
L'autrice continua a mostrare la sua grande sensibilità verso il tema molto attuale della lotta all'omofobia. Leggendo le sue parole è impossibile non trarre messaggi e insegnamenti validi in ogni contesto: «Quando là fuori ci sono degli adulti che ti chiamano cittadino di seconda classe, che ti dicono che meriti di essere licenziato da un posto di lavoro o che non puoi adottare dei bambini o sposarti, fa davvero male. Fa sembrare il bullismo nelle scuole ancora peggiore. Questi ragazzi hanno bisogno di sentirsi dire che le cose miglioreranno, devono sentirselo dire da qualcuno come loro e hanno bisogno di crederci».
Tuttavia, per questi due uomini ci sono ancora alcuni ostacoli da superare. Un colpo di pistola alla testa durante un'indagine ha stravolto la vita di Mac procurandogli un danno cerebrale che ha compromesso le sue funzioni del linguaggio, funzioni che il detective ha cercato di recuperare attraverso un importante e faticoso percorso di riabilitazione con l'immancabile sostegno di Tony.
“Curva di apprendimento” narra, dunque, le vicende di Tony e Mac alle prese con l'ultima fase di tale percorso, forse quella più difficile, dovendo entrambi affrontare finalmente i propri timori e alcuni demoni del passato. In questo ultimo volume, infatti, l'autrice con la sua consueta bravura ci parla di un nuovo caso poliziesco che vede, in qualche modo, coinvolto un alunno di Tony. Ma questa volta più che l'intreccio delle indagini ciò che rileva è l'impatto emotivo sui due protagonisti, impatto che riusciamo a percepire attraverso una profonda introspezione.
Mac vuole ad ogni costo completare la riabilitazione, tornare a rivestire i suoi panni di detective della Omicidi, riprendersi quel lavoro che lo fa sentire completo e realizzato, e in questa indagine cerca di rimettersi in gioco il più possibile, pur con i limiti di una guarigione non ancora completa. Si ritrova di nuovo combattuto, questa volta tra la paura di non riuscire più ad essere il bravo poliziotto di un tempo e il timore di ferire Tony, di farlo preoccupare, di rivelargli che nel profondo del suo animo la loro meravigliosa famiglia, pur occupando un posto fondamentale, potrebbe non essere sufficiente se non dovesse riuscire a riottenere il suo lavoro. Ma è consapevole che l'appoggio di suo marito non verrà mai meno, anche quando si tratterà di affrontare quella sua famiglia di origine di cui si è sempre rifiutato di parlare: «“Guarda lo specchio,” sussurrò. “Lì. Quel meraviglioso uomo massiccio e scuro, e quell'altro tizio più magro. Siamo io e te. Ed è fottutamente sexy, bellissimo e quasi perfetto. Vero, è gay quanto la parata di Pasqua, ma rimaniamo comunque e completamente due uomini veri. La tua famiglia può anche coprirci di insulti e volerci evitare, discriminare e tutto ciò che vuole, ma non potrà mai rendere tutto questo inferiore all'essere quasi perfetto, cazzo.”».
Tony ha sempre mostrato una grande determinazione nel difendere le persone che ama e nell'inseguire gli ideali in cui crede, ma questa volta ci mostra la sua fragilità, la paura di perdere l'uomo di cui è profondamente innamorato e con cui vorrebbe invecchiare, con la consapevolezza che, pur desiderandolo, non potrà impedirgli di tornare a fare il poliziotto. Dovrà affrontare questi suoi timori, così come dovrà ribadire la sua capacità di essere guida e sostegno per tutti quei giovani che scoprono la propria omosessualità e devono difendersi dal bullismo: «Hanno bisogno di qualcuno come il prof. Hart. Hanno bisogno di lui. Perché è dichiarato da anni. Ha sposato un altro uomo. Ha figli. Si fa avanti pubblicamente, ma ha una vita normale. Può dire “Ho passato quello che avete passato voi e faceva schifo, ma la vita può migliorare»
L'autrice continua a mostrare la sua grande sensibilità verso il tema molto attuale della lotta all'omofobia. Leggendo le sue parole è impossibile non trarre messaggi e insegnamenti validi in ogni contesto: «Quando là fuori ci sono degli adulti che ti chiamano cittadino di seconda classe, che ti dicono che meriti di essere licenziato da un posto di lavoro o che non puoi adottare dei bambini o sposarti, fa davvero male. Fa sembrare il bullismo nelle scuole ancora peggiore. Questi ragazzi hanno bisogno di sentirsi dire che le cose miglioreranno, devono sentirselo dire da qualcuno come loro e hanno bisogno di crederci».
In conclusione, non posso che affermare che “Curva di apprendimento” è la degna conclusione di una serie indimenticabile. Ho amato i due protagonisti, sinceri, veri, umani nella loro forza così come nella loro fragilità, ho seguito il loro percorso in cui hanno cercato di migliorarsi e di sostenersi a vicenda, ho sofferto con loro quando hanno dovuto affrontare perdite e ostacoli, E ho letto l'ultima riga con una lacrima di commozione e una fitta di nostalgia, come se stessi salutando alcuni amici dopo aver condiviso un importante tragitto con il desiderio di ricominciare di nuovo.
VALUTAZIONE: 5/5