mercoledì 15 luglio 2020

“Allo scoperto” e “Compiti a casa” di Kaje Harper



TITOLO: “Allo scoperto” (Titolo originale: “Breaking Cover”);
“Compiti a casa” (Titolo originale: “Home Work”)
SERIE: Lezioni di vita #2 e #3
AUTORE: Kaje Harper
CASA EDITRICE: Triskell Edizioni
GENERE: Contemporaneo; Poliziesco
TRADUTTORE: Cristina Bruni
Nella precedente recensione avevo parlato di “Lezioni di vita”, il romanzo introduttivo dell'omonima serie, che era stato per me una graditissima sorpresa, avendomi fatto scoprire il talento di Kaje Harper, la sua capacità di intrecciare abilmente vicende sentimentali e indagini poliziesche in un'unica appassionante storia con personaggi indimenticabili.
I capitoli successivi, “Allo scoperto” e “Compiti a casa”, rappresentano senza dubbio una conferma delle doti di questa scrittrice, oltre che due tappe fondamentali della storia d'amore di Tony, professore in un liceo di Minneapolis, e Mac, detective della Omicidi.
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“Allo scoperto” 
Se in “Lezioni di vita” i due uomini avevano appena iniziato una relazione ed erano fermamente intenzionati a portarla avanti nonostante le incertezze legate alla situazione di Mac e al suo essere non dichiarato, “Allo scoperto” rappresenta un momento cruciale per il poliziotto che, di fronte all'evolversi degli eventi, deve prendere una decisione importante: continuare a rimanere nascosto e perdere Tony oppure uscire allo scoperto e affrontarne le conseguenze.
Tutto ha inizio quando un serial killer incomincia a seminare il panico tra gli abitanti di Minneapolis colpendo donne che si ritrovano sole e indifese: dopo averle avvicinate in un locale, le convince, dopo qualche bicchiere di troppo, a trascorrere con lui il resto della serata per poterle poi uccidere barbaramente nei loro appartamenti. Nel momento in cui l'assassino colpisce qualcuno molto vicino a Tony, il giovane professore si ritrova a occuparsi a tempo pieno del piccolo Ben, un bambino con cui ha avuto da sempre un forte legame affettivo e non può far altro che costringere Mac a scegliere tra due alternative: aiutarlo uscendo allo scoperto oppure fare in modo che ognuno vada per la propria strada.
Come per il precedente romanzo, l'autrice analizza con grande precisione, attraverso una scrittura fluida ed efficace, i progressi compiuti da Mac e dai suoi colleghi nello svolgimento dell'indagine, i loro sforzi nel cercare di rintracciare e fermare il colpevole prima che possa colpire ancora, facendo emergere tutta la frustrante tensione di piste che si rivelano vicoli ciechi e di indizi che non portano da nessuna parte.
L'indagine, come ho detto più volte, si intreccia inevitabilmente con le vite di Tony e Mac, il cui legame non è solo passione amorosa, ma anche fiducia e sostegno reciproco, capacità di aiutarsi e sostenersi a vicenda. In questo secondo episodio emerge con forza il carattere deciso e determinato di Tony, pronto a lottare per ciò in cui crede e a compiere dolorose rinunce pur di difendere le persone che ama. Nello stesso modo, viene posto in risalto l'animo sofferente e lacerato di Mac, combattuto tra il suo desiderio di stare accanto a Tony per sostenerlo nelle sue lotte quotidiane e la paura di affrontare il coming out che per un poliziotto è particolarmente arduo.
Uno dei temi portanti di “Allo scoperto” è la lotta contro l'omofobia, la necessità di accettarsi e di difendersi contro la violenza dei bulli che terrorizzano i ragazzi più indifesi e dei bigotti intolleranti che credono di poter liberamente odiare e discriminare. Frequentando un centro LGBT che accoglie giovani rifiutati dalle famiglie per la loro omosessualità o vessati dai bulli, Tony non può rimanere indifferente e cerca di coinvolgere anche Mac: «Tony raccolse la borsa e si avviò verso quel luogo sicuro che era il suo appartamento, con il suo lavoro stipendiato, i suoi cari amici e il suo splendido uomo non dichiarato. Quel ragazzino gay, invece, sarebbe tornato sulla strada. Qualcosa doveva cambiare».
Descrivendo l'impegno dei due protagonisti in favore di questi ragazzi l'autrice lancia anche un messaggio fondamentale rivolto a qualsiasi vittima di violenza, che non deve mai sentirsi colpevole o pensare di aver fatto qualcosa per meritare le angherie subite: «La violenza riguarda l'aggressore, non la vittima. Se voi non ci foste stati, l'aggressore avrebbe scelto un'altra vittima. Siete tutte persone reali, che valgono, e avete tutto il diritto di proteggervi. Così come quello di combattere, scappare, urlare, chiedere aiuto o qualsiasi altra cosa che vi possa salvare»
Questi due uomini ci vengono mostrati in tutta la loro straordinaria umanità, in un emozionante percorso di crescita interiore in cui Tony cerca di far capire a Mac quanto importante sia l'accettazione per poter vivere sereni con se stessi: «Vivi la tua vita. Frequenta persone che ritengono che essere omosessuali sia normale quanto un diverso colore dei capelli. Stai accanto a quei ragazzi del centro giovanile per vedere quanto abbiano bisogno di sentirsi dire che sono normali, e credici mentre glielo dici. Ricordati di quanto siano ignoranti le critiche verso di te. Permettimi di mostrarti il lato positivo di essere gay, ogni volta che è possibile».
“Allo scoperto” non è, dunque, solo un'adrenalinica caccia a un serial killer, ma è anche un viaggio sofferto attraverso i sentimenti di due uomini il cui legame diviene sempre più profondo: «Chiuse gli occhi e premette la guancia contro quella pelle liscia e calda. Quello era il suo amore, la sua vita e il suo corpo e il suo respiro, e non lo avrebbe mai lasciato andare»

VALUTAZIONE: 5/5
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“Compiti a casa” 
In “Compiti a casa” viene posto in risalto il ruolo fondamentale della famiglia, intesa non soltanto come insieme di legami di sangue, ma come la più ampia rete di rapporti di affetto e solidarietà.
Tony e Mac hanno creato la loro famiglia con i loro figli, Anna e Ben, e stanno cercando di raggiungere un certo equilibrio districandosi tra le esigenze dei bambini e gli impegni lavorativi.
Il coming out, se da un lato ha consentito a Mac di rimanere accanto a Tony e di poter finalmente dichiarare pubblicamente l'amore che prova nei suoi confronti, dall'altro ha reso un po' più complessa la gestione del suo ruolo di detective della Omicidi. Tuttavia, la situazione dopo alcuni mesi sembra essere migliorata, sebbene il poliziotto abbia continuato comunque a immergersi con passione nel suo lavoro.
L'autrice ci proietta in un nuovo caso che appare da subito molto intricato, forse il più interessante di tutta la serie: un giovane vagabondo e drogato, ritrovato morto sopra un ponte, privo di qualsiasi documento di riconoscimento. Le difficoltà di tale indagine sono fin troppo evidenti: una vittima priva di identità, nessuna arma del delitto in vista, nessun possibile movente. Ma Mac cerca in tutti modi di scoprire maggiori dettagli per evitare che l'assassinio venga bollato come morte accidentale di un barbone drogato e archiviato tra i casi irrisolti.
La gestione dell'indagine viene illustrata con la consueta precisione ed efficacia, con continue importanti scoperte e interessanti colpi di scena, facendo emergere il rapporto sempre più affiatato tra Mac e Tony: i consigli e le intuizioni del professore si rivelano assai preziose per il detective che trova nel compagno un sostegno fondamentale.
I due uomini non esitano a mostrare le loro emozioni, lo stupore di ritrovarsi in una situazione che alcuni mesi prima non avrebbero mai immaginato. Soprattutto Mac fatica a credere di aver realizzato una famiglia con l'uomo che ama, lui che credeva che avrebbe trascorso la vita a nascondersi tra un rapporto occasionale e l'altro, e comprende che è arrivato il momento di consolidare ufficialmente e definitivamente quel rapporto: «E, d'improvviso, tutte le stupide paure, i vaghi timori, i bambini e tutto quanto non avevano più importanza. Era tutta lì, quella cosa che un tempo aveva creduto di non poter mai avere: l'uomo che amava, inginocchiato ai suoi piedi e che gli chiedeva di sposarlo».
Il romanzo ci mostra numerosi personaggi secondari, molto ben delineati, alcuni dei quali svolgono un ruolo strategico nella storia tra Tony e Mac. Tra questi, ci sono sicuramente Sabrina, migliore amica di Tony e da sempre al suo fianco in ogni lotta, e Oliver, partner di Mac in tutte le indagini, un personaggio che mostra una notevole crescita nel corso della serie, soprattutto nell'accettare l'omosessualità del suo collega e nel supportarlo: «Ma Oliver continuò. “Sai, dopo sabato, ho iniziato a pensare quanto invidi il fatto che tu abbia qualcuno, Non ha importanza se è un altro uomo. Ma hai qualcuno che ti rende felice e che ci tiene a te. Proprio come eravamo io e Annette ai bei tempi. Quando mi comporto come se non volessi starti troppo vicino o non riprendo i ragazzi per quegli insulti, mi sembra di sminuire tutto questo».
Posso, quindi, concludere dicendo che di questa bellissima serie “Compiti a casa” è finora il mio volume preferito, per l'indagine ricca di suspense e di inaspettati risvolti e per le toccanti emozioni che i due protagonisti riescono sempre a regalare: «Tony passò le dita sul braccio di Mac mentre si sfioravano a vicenda entrando in casa. A volte gli capitava di provare una scarica di paura che Mac potesse svanire all'improvviso. Aveva bisogno di sentire quella solidità sotto i polpastrelli alla stessa stregua dell'aria». 

VALUTAZIONE: 5/5